CATANIA – Dubbi e incertezze tra gli studenti che quest’anno affronteranno l’Esame di Maturità in una modalità certamente più simile all’originale.
I ragazzi dovranno sottoporsi – oltre che al consueto colloquio orale – anche a due prove scritte: la prima testerà le competenze di italiano, mentre la seconda riguarderà la materia specifica d’indirizzo.
Sono molte le perplessità nei confronti di questa decisione che il ministro dell’Istruzione Bianchi considera un primo passo necessario verso la “normalità”.
Una scelta azzardata secondo alcuni che, invece, avrebbero preferito proseguire con la modalità di esame adottata negli ultimi due anni.
L’emergenza però non è mai terminata e a ricordarlo sono i giovani che nei giorni scorsi hanno aderito a manifestazioni di protesta organizzate in molte città italiane. Sono proprio gli studenti, infatti, ad alzare la voce mostrando il loro dissenso nei confronti di una decisione che li vede totalmente sorpresi e coinvolti in prima persona.
Cosa ne pensano gli studenti?
“Sono molto perplesso“, spiega Mattia, rappresentante d’Istituto del liceo classico Nicola Spedalieri di Catania. “Credo che nessuno si aspettasse l’introduzione della seconda prova e, a mio avviso, sarebbe stato più saggio mantenere una singola prova scritta”.
Lo studente ha ribadito che non si può ancora parlare a tutti gli effetti di un ritorno alla normalità: “È vero che bisognerà comunque prima o poi fare un passo in avanti e ritornare alla modalità degli esami di maturità che tutti conosciamo, ma secondo me – ha affermato – sarebbe stato più giusto proseguire il percorso intrapreso a inizio anno, perché la didattica in presenza non è garantita a tutti a causa dei vari casi di positività all’interno della scuola, quindi non è un vero ritorno alla normalità”.
Pensieri altrettanto critici quelli di Luigi, anche lui rappresentante d’Istituto del liceo Spedalieri, che ha espresso il suo disappunto nei confronti della decisione presa, mettendo in risalto il punto di vista di molti maturandi: “Quello che noi studenti di quinto anno abbiamo notato è il fatto che il Ministero non voglia tenere conto di quello che è successo in questi anni. È indubbio il fatto che non si sia potuta portare avanti una didattica efficace”.
“Noi capiamo benissimo – ha continuato – il messaggio che vuole mandare avanti il Governo: probabilmente si vuole fare in modo che tutto sembri tornato alla normalità e si vuole far partire questo messaggio proprio dalla scuola, ma non possiamo essere le vittime di questa nuova strategia comunicativa perché a oggi è oggettivo il fatto che le classi non sono pronte ad affrontare una seconda prova”.
Non manca però anche chi, pur essendo consapevole di quanto la pandemia abbia influito sul percorso di studi, si sente pronto ad affrontare le due prove scritte previste.
Ad avere questa opinione è Sofia, studentessa del liceo scientifico catanese Boggio Lera, che si è espressa così: “Personalmente, credo che la mia classe abbia fatto un ottimo lavoro in questi ultimi tre anni e che siamo pronti per una prova del genere, grazie alle possibilità materiali che abbiamo avuto e anche all’impegno maggiore di ogni studente”.
Allo stesso tempo la giovane ha deciso di porre sotto i riflettori una questione che ritiene sia stata fortemente sottovalutata: “Nonostante ciò, credo che sia necessario sottolineare un aspetto fin troppo trascurato dalle istituzioni in questo periodo: la disparità causata dalla Dad. Purtroppo – ha specificato – non tutti gli studenti italiani (anche se meritevoli) hanno avuto le stesse possibilità, e soprattutto nel meridione, l’aiuto delle istituzioni è stato tardivo e spesso insufficiente”.
“Perciò a parer mio – conclude Sofia – non solo bisognerebbe ragionare su una prova che permetta a tutti di affrontare con dignità e tranquillità l’esame, ma bisognerebbe riflettere su come rimediare al danno provocato dalla Dad, dando, almeno in questo contesto, a tutti le stesse possibilità”.
“Lo trovo assolutamente ingiusto – afferma Nicolò, studente di quinto anno dell’I.T.I.S. Cannizzaro – ipotizzare a oggi un esame così articolato viste le notevoli difficoltà che siamo stati costretti ad affrontare è incredibile. Capisco la volontà di tornare alla normalità, ma non è questo il momento adatto per farlo”.
Infine conclude Evelin, attuale rappresentante d’istituto del Cannizzaro di Catania: “Penso che non sia affatto giusto che l’esame quest’anno venga fatto con gli scritti dato che moltissimi alunni non sono preparati a sufficienza a causa della Dad. Credo soprattutto che abbiano sbagliato completamente il modo in cui è stata comunicata la decisione: solo pochi mesi prima degli esami quando ormai i ragazzi si erano psicologicamente preparati ad affrontare solo l’orale”.
Perplessità e incertezze, dunque, fortemente condivise tra gli studenti che sperano di avere un forte impatto sul ministro dell’Istruzione Bianchi, il quale dopo le varie proteste ha rivalutato il punteggio degli scritti e degli orali, ma senza fare dietro front sulla modalità che ormai sembrerebbe essere del tutto confermata, a malincuore dei giovani maturandi.
Foto di repertorio
Articolo redatto in collaborazione con Federica Sciacca e Nicolò Sangiorgio