La folle danza delle “Baccanti” del Liceo “Boggio Lera” di Catania

La folle danza delle “Baccanti” del Liceo “Boggio Lera” di Catania

CATANIA – Un tripudio di colori, di suoni e di movimenti in una interpretazione fresca e innovativa del mito di Dioniso ha caratterizzato la rappresentazione delle “Baccanti”, ultima opera di Euripide, presentata il 30 maggio dal Laboratorio di teatro Classico del Liceo Statale “E. Boggio Lera” di Catania nella suggestiva cornice del Teatro Greco-Romano, nell’ambito della rassegna per le scuole “Amenanos Neos Festival dei Giovani” e in replica al Piccolo Teatro di Catania il 6 giugno scorso.

Una rappresentazione corale in cui le studentesse e gli studenti del Laboratorio teatrale hanno saputo esprimere le loro potenzialità e la loro creatività, sapientemente guidati da Anna Cutore, dell’Associazione “Neon” di Piero Ristagno, docente referente la prof.ssa Giuseppina Di Costa, affiancata delle prof.sse Maria Spampinato e Maria Cottone per la realizzazione del progetto e la riduzione del testo.

La tradizione del Laboratorio di Teatro Classico, che vanta una storia quasi trentennale al “Boggio Lera”, si è rinnovata anche quest’anno mettendo in scena una tragedia non certo semplice nella tematica e nella realizzazione, ma che ha puntato sull’attualità del testo classico, rielaborato con la freschezza e l’originalità di espressione che ognuno dei giovani interpreti (appartenenti a varie classi dei tre indirizzi presenti nel Liceo: Scientifico, Linguistico e Scienze Applicate) ha trovato in se stesso durante le ore di Laboratorio ed è riuscito ad esprimere sulla scena, entrando con libertà e naturalezza in una dimensione ludica di godimento del gioco teatrale che può configurarsi anche come luogo di sviluppo della creatività.

Tutto ruota attorno a Dioniso, personaggio ambiguo ed enigmatico, irridente e tragico, beffardo e ammaliatore, il dio che scioglie e distrugge, “dolcissimo e terribile”, e al suo culto che trascina in una folle danza delirante le sue seguaci, le Baccanti.

Protagonista della tragedia è il Coro, che non è un semplice interlocutore lirico, ma partecipa all’azione; non voce della polis, ma elemento di un culto sovversivo che contesta fortemente la città e i valori cittadini. Solo lasciando libera strada alla follia, proclama il Coro, si può esplorare l’estremo confine della mente umana: “Il sapere non è saggezza”, osano dire le baccanti. E Dioniso dirà a Penteo: “Tu non sai che vita vivi, né cosa tu faccia, né chi tu sia”. È il monito di un dio al mortale, ma è anche un invito alla conoscenza, che non si raggiunge però con la dialettica, bensì con la follia rituale, la danza sfrenata alla quale si abbandona il Coro nel finale dell’opera seguendo i movimenti di Nao, il robot che lo stesso Dioniso fa entrare in scena (nella “prima” al Teatro Greco-Romano), quasi un avvertimento a non lasciarsi sovrastare dal rischio di un eccessivo uso della tecnologia che annulla l’uomo ad automa.

Bravi tutti gli interpreti che qui vogliamo elencare in rigoroso ordine alfabetico, perché tutti protagonisti: Grazia Amarù, Agnese Andronaco, Livio Andronaco, Edoardo Carcassi, Emanuele Caruso, Rosi Chiarenza, Sara Costanzo, Alessio Di Benedetto, Luca Dolcemaschio, Walter Gullotta, Ndella Keita, Giovanna La Vecchia, Claudia Liseni, Mattia Litrico, Alessio Marletta, Duke Osa Aiworo, Ivana Scannella.

Un ringraziamento va agli studenti del gruppo di Robotica, ed in particolare ad Emma Oddo che ha coordinato i movimenti del robot NAO, per la collaborazione e la partecipazione alle varie prove del laboratorio, e ai docenti coordinatori Carmelo Maccora, Massimo Marletta e Cristina Parisi che hanno reso fattiva questa collaborazione tra teatro classico e tecnologia.

“Ringraziamo anche la dirigente scolastica prof.ssa Valeria Pappalardo che ci ha sostenuti e incoraggiati nella realizzazione e messa in scena del progetto”.

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