Etna, rallenta l’eruzione al Cratere di Sud-Est. Ingv: “Emissioni laviche e sismiche in diminuzione”

Etna, rallenta l’eruzione al Cratere di Sud-Est. Ingv: “Emissioni laviche e sismiche in diminuzione”

CATANIA – Arriva dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia – Osservatorio Etneo un nuovo bollettino in merito alla situazione relativa all’ultima eruzione dell’Etna. Secondo gli esperti, “sulla base dell’analisi delle immagini delle telecamere di sorveglianza, dei dati satellitari e delle osservazioni dirette in area sommitale, nel corso della mattinata di ieri l’attività stromboliana al Cratere di Sud-Est ha mostrato una progressiva diminuzione, sia per intensità che per frequenza delle esplosioni. Fino al pomeriggio sono state comunque osservate sporadiche e deboli emissioni di cenere molto diluita, rapidamente disperse in quota”.

L’eruzione dell’Etna al Cratere di Sud-Est: la situazione

Per quanto riguarda l’attività effusiva, “la bocca situata a quota 3200 m s.l.m. risulta inattiva e il relativo campo lavico è ormai fermo e in raffreddamento. Permane invece l’emissione lavica dalla bocca posta a quota 2980 m s.l.m., seppur con un tasso di alimentazione in graduale diminuzione”.

Dal punto di vista sismico, a partire dalle ore 22 UTC del 29 agosto “si registra una riduzione costante dell’ampiezza media del tremore vulcanico, rientrata su valori medi intorno alle 07 UTC di ieri. Successivamente il calo è proseguito in maniera più marcata, raggiungendo livelli bassi intorno alle 10 UTC e oscillando, nelle ore seguenti fino all’attuale, tra valori bassi e medi”.

Le sorgenti del tremore vulcanico, rispetto ai giorni precedenti, risultano da ieri mattina “localizzate in un settore a nord-est del Cratere di Sud-Est, a una quota di circa 2500 m s.l.m”.

Il punto dell’Ingv

L’attività infrasonica negli ultimi due giorni si è presentata piuttosto discontinua, mostrando un evidente calo nelle ultime 24 ore fino a risultare pressoché assente dalle ore 09 UTC di ieri.

Infine, le serie di deformazione del suolo “non evidenziano variazioni significative alle stazioni GNSS e clinometriche. Lo strainmeter DRUV segnala invece un’inversione di tendenza, con la conclusione della lenta fase di depressurizzazione che aveva caratterizzato questa eruzione già dalle prime ore del 31 agosto. La depressurizzazione complessiva osservata è pari a circa 60 nanostrain”.

Foto di Orazio Valenti