CATANIA – L’Etna torna a dare spettacolo con attività stromboliana nei suoi crateri sommitali, accompagnata da una lieve emissione di cenere.
Il fenomeno è stato rilevato dalle telecamere di sorveglianza dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), osservatorio etneo di Catania.
È proseguita l’attività effusiva alimentata dalla fessura eruttiva apertasi sull’Etna alla base del cratere Bocca Nuova, ad un’altitudine di circa 3.070 metri sul livello del mare.
Tra l’altro, è variata in intensità e ciò si è riflesso nella modalità di sviluppo del campo lavico che è stato caratterizzato dalla messa in posto di flussi che hanno raggiunto quote di circa 1.840 metri, fino al 19-20 febbraio, e altri che sono rimasti confinati a quote comprese tra circa 3.000 e 2.500 metri.
L’attività rimane confinata alla vetta del vulcano attivo più alto d’Europa, senza rappresentare al momento un rischio per le aree abitate.
Intanto, la colata lavica che ha avuto origine l’8 febbraio scorso continua a fluire dalla frattura apertasi alla base della Bocca Nuova, a un’altitudine di 3.050 metri, con nuovi fronti che avanzano sopra quota 2.500.
I livelli di tremore vulcanico, indicativi dell’energia del magma in risalita, stanno progressivamente diminuendo, passando da valori elevati a medio–alti.
Gli esperti dell’INGV mantengono il bollettino di allerta per il traffico aereo (VONA) di colore arancione, che tuttavia non incide sulla normale operatività dell’aeroporto internazionale Vincenzo Bellini di Catania.
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