Povertà sociale e educativa minaccia per il futuro di Catania. Lo Schiavo (Cisal): “Serve investire su formazione e sicurezza”

Povertà sociale e educativa minaccia per il futuro di Catania. Lo Schiavo (Cisal): “Serve investire su formazione e sicurezza”

CATANIA – La CISAL Catania lancia un forte grido d’allarme sulla condizione di crescente povertà che colpisce la città e la sua provincia. Non solo quella economica, ma anche sociale ed educativa, con conseguenze dirette sul mondo del lavoro e sulla sicurezza dei lavoratori.

Secondo gli ultimi dati ISTAT, il 60,6% delle famiglie catanesi vive una condizione di bassa intensità lavorativa, percentuale tra le più alte d’Italia. Il reddito medio disponibile resta nettamente al di sotto della media nazionale, mentre il tasso di occupazione giovanile in Sicilia si attesta al 22,1% (contro una media italiana del 32,3%), con una quota preoccupante di NEET (giovani che non studiano e non lavorano) che supera il 33%.

“Questi numeri – dichiara Giovanni Lo Schiavo, responsabile CISAL Catania – non sono solo statistiche: raccontano la vita quotidiana di famiglie costrette a rinunciare al riscaldamento in inverno, a tagliare sulla spesa alimentare, a vivere nell’incertezza di poter pagare mutui e affitti, a non garantire ai propri figli un percorso scolastico e formativo dignitoso. È un’emergenza sociale che sta diventando emergenza democratica”.

La CISAL sottolinea anche il legame diretto tra povertà educativa e carenza di formazione dei lavoratori, che troppo spesso si traduce in incidenti e infortuni sul lavoro. “Un lavoratore non formato – aggiunge Lo Schiavo – è un lavoratore esposto. La mancanza di competenze non solo alimenta precarietà e sfruttamento, ma aumenta i rischi di incidenti, come dimostrano i tragici episodi che continuano a verificarsi nelle aziende e nei cantieri del nostro territorio”.

A confermare la gravità del fenomeno è anche la crescente richiesta di sostegno alla Caritas e ad altre associazioni di volontariato: solo negli ultimi tre anni le richieste di aiuto alimentare sono cresciute di oltre il 40% nella città di Catania.

“La povertà genera marginalità, e la marginalità alimenta illegalità, evasione e lavoro nero – conclude Lo Schiavo –. Per uscire da questo circolo vizioso servono misure concrete: investimenti seri in politiche attive del lavoro, formazione professionale continua, sostegno al reddito delle famiglie e un rafforzamento dei controlli sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Catania non può rassegnarsi a essere capitale della precarietà e della povertà: merita un futuro di dignità e sviluppo”.

Questi temi sono da sempre al centro dell’impegno della CISAL Catania, che continua a spendersi per il sociale e per la tutela dei lavoratori. Non è un caso che saranno solidarietà, formazione e sicurezza i punti cardine del Congresso CISAL di Catania, in programma il prossimo 17 ottobre. Un appuntamento fondamentale per tracciare insieme un percorso di riscatto per la città e per il territorio.