CATANIA – Con una delibera approvata lo scorso 23 settembre, la Giunta guidata dal sindaco Enrico Trantino ha dato il via libera all’istituzione del Centro per la giustizia riparativa, destinato all’intero distretto della Corte d’Appello. La proposta, avanzata dall’assessore ai Servizi sociali Bruno Brucchieri, rappresenta un passo decisivo per consolidare e ampliare le esperienze già avviate a livello comunale nell’ambito della giustizia penale minorile.
Il provvedimento avvia formalmente l’iter per la sottoscrizione di un protocollo di intesa con il Tribunale e altri soggetti istituzionali, trasformando una sperimentazione limitata in un modello stabile e strutturato, in linea con la Riforma Cartabia. Il nuovo centro consentirà di estendere percorsi di mediazione e responsabilizzazione a tutti i detenuti, grazie al sostegno di fondi statali e regionali.
«Con questo atto il Comune di Catania compie un passo importante verso la piena attuazione della giustizia riparativa», hanno dichiarato Trantino e Brucchieri. «La firma del protocollo permetterà di offrire percorsi gratuiti, volontari e accessibili in ogni fase del procedimento penale. È un traguardo che testimonia la volontà di un’amministrazione capace di guardare oltre la logica punitiva, investendo sulla responsabilità e sul recupero delle persone».
Un ruolo determinante è stato svolto dall’assessore Giuseppe Marletta, che ha mantenuto un costante dialogo con il Ministero della Giustizia – in particolare con il viceministro Sisto – con il direttore dell’UDEPE di Catania Maria Pia Fontana e con la fondazione Don Calabria, per definire in tempi rapidi le modalità operative del protocollo e garantire alla struttura riconoscimento istituzionale e adeguato supporto economico.
Il nuovo Centro per la giustizia riparativa sarà un punto di riferimento stabile per la città: un luogo di ascolto e mediazione, aperto a vittime, autori di reato e comunità. L’obiettivo è promuovere percorsi di riconciliazione e ricostruire i legami sociali, in una visione della giustizia che non si limita a punire, ma che restituisce fiducia e rafforza il senso di comunità.



