CATANIA – C’è tensione attorno all’accordo sulla premialità e produttività aziendale che SCMC (Ex Pubbliservizi), società partecipata della Città Metropolitana di Catania, si appresta a sottoscrivere con alcune sigle sindacali confederali e autonome. A lanciare l’allarme è CISAL Terziario, che interviene sulla questione parlando di “uno scriteriato accordo di secondo livello”. Definendolo un vero e proprio “castello di sabbia”.
A usare parole durissime è il segretario generale CISAL Terziario di Catania, Paolo Magrì, che esprime forte preoccupazione per i contenuti dell’intesa in via di definizione: “Affrontiamo questa trattativa con estrema cautela – dichiara – perché a nostro avviso non ci sono i presupposti per un accordo realmente migliorativo. SCMC, oggi, non rispetta nemmeno le condizioni minime previste dal contratto collettivo nazionale e dalle normative di legge”.
Secondo la CISAL Terziario, l’azienda avrebbe già ammesso di non poter garantire il monte ore previsto contrattualmente a decine di lavoratori, né di poterli inquadrare nei livelli corrispondenti alle mansioni effettivamente svolte. Il motivo? La presunta insufficienza delle risorse economiche garantite dal contratto di servizio stipulato con l’Ente proprietario, ovvero la Città Metropolitana di Catania.
“Come si può parlare di produttività – si chiede Magrì – e soprattutto come si possono erogare premi in assenza del rispetto delle regole di base? Abbiamo appreso che per l’ultimo quadrimestre del 2025 l’azienda sarebbe pronta a stanziare 100mila euro in premi. La nostra posizione è chiara: prima si adeguino i contratti dei lavoratori sul piano delle ore e dell’inquadramento, poi si parli di eventuali riconoscimenti premiali“.
La CISAL Terziario lamenta anche l’atteggiamento “chiuso” della società, che avrebbe ignorato le proposte correttive avanzate, preferendo proseguire il confronto con altre sigle sindacali. Il timore, espressamente dichiarato, è che questa situazione possa riproporre le criticità già vissute nella precedente gestione di Pubbliservizi, con pesanti ricadute sui lavoratori.
Sulla questione è intervenuto anche Giovanni Lo Schiavo, responsabile della Cisal Catania, che ha rivolto un appello al Sindaco Metropolitano di Catania Enrico Trantino in quanto amministratore dell’ente proprietario: “Chiediamo un intervento diretto affinché si faccia chiarezza. Si tratta di fondi pubblici e le risorse rischiano di essere impiegate male. Eventuali contenziosi per sotto-inquadramento ricadrebbero ancora una volta sulle finanze pubbliche”.
La CISAL ribadisce dunque la richiesta di un confronto trasparente e responsabile, nel rispetto dei diritti dei lavoratori e delle normative vigenti, senza scorciatoie né compromessi dannosi per il futuro della società e dell’intero territorio.