Caro voli, Galvagno lancia una “frecciatina” al ministro Calderoli: “Gli mostrerò il biglietto che ho comprato a 600 euro”

Caro voli, Galvagno lancia una “frecciatina” al ministro Calderoli: “Gli mostrerò il biglietto che ho comprato a 600 euro”

SICILIA – Il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gaetano Galvagno, ha riferito a Palazzo dei Normanni di aver sentito il presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Michele Pais, il quale ha dichiarato di aver pagato solo 140 euro per il volo per Roma in vista dell’incontro tra i presidenti dei Consigli regionali e Calderoli sull’autonomia differenziata. Galvagno ha affermato che mostrerà al ministro il biglietto che ha acquistato per il viaggio, il quale invece è costato 600 euro. Nel pomeriggio all’Ars si terrà un dibattito parlamentare sul disegno di legge per l’autonomia differenziata, che recentemente ha ottenuto il via libera dalla conferenza delle Regioni. Il tema è strettamente legato all’insularità, principio che è stato inserito nella Costituzione alla fine della scorsa legislatura, ma i contenuti devono ancora essere definiti. Galvagno ha sottolineato che lo Stato ha stanziato 100 milioni di euro per l’insularità nel bilancio dell’ultima manovra, tuttavia questa somma non sarebbe sufficiente per limitare i prezzi elevati dei voli aerei dalla Sicilia verso il resto del Paese.

Galvagno ha fatto appello alle opposizioni all’Ars affinché si cerchino soluzioni tempestive per l’autonomia differenziata, auspicando di poter presentare una proposta durante l’incontro con Calderoli. Ha invitato le forze politiche a esprimere il proprio punto di vista e a fare proposte concrete e sostenibili, evitando di creare false speranze per i siciliani. Dopo l’incontro con il ministro, è probabile che si torni in aula per confrontarsi ulteriormente.

 

 

 

 

Autonomia differenziata, la nuova Dc prende posizione: “Significa lasciare indietro il Sud”

Nei giorni scorsi sono arrivate diverse reazioni dopo l’approvazione in Consiglio dei ministri del disegno di legge sulle autonomie differenziate. In Sicilia ha preso posizione al riguardo la nuova Democrazia Cristiana che ha commentato, tramite una nota, il provvedimento.

Sono trascorsi più di 67 anni dal giugno del 1955 – si legge – quando sei Paesi membri hanno sottoscritto i trattati della CECA (Comunità Europeadel carbone e dell’acciaio) a Messina, il primo germoglio dell’attuale Unione Europea che oggi comprende 27 Paesi membri con un’unità sempre più solida“.

L’UE ha già visto l’adozione di una moneta unica, l’abbattimento delle frontiere, politiche economiche e di difesa comuni e altre iniziative volte a una condivisione degli Stati Uniti d’Europa“.

D’altra parte, mentre l’Europa tende a creare direttive comuni per tutti i Paesi membri e a omogeneizzare le legislazioni, l’Italia sta intraprendendo un percorso diverso con l’autonomia differenziata, che riconosce alle regioni, anche a quelle speciali, un’autonomia significativa in molte materie, alcune delle quali attualmente di competenza esclusiva dello Stato”.

Questa proposta di legge è stata elaborata dallo stesso autore della ‘legge porcellum’, dichiarata successivamente incostituzionale dalla Corte suprema. Se approvata, potrebbe portare a un ritorno al passato in cui l’Italia era divisa in Stati e Stati minori, ognuno con le sue leggi, dove i cittadini dovevano faticare per risolvere i loro problemi“.

Da un lato, si sta lavorando per creare gli Stati Uniti d’Europa con leggi uguali per tutti, dall’altro, in Italia, si accentuano le divisioni, soprattutto economiche, riproponendo con forza la questione del Mezzogiorno, persino con un ritorno alle sfortunate “gabbie salariali” con stipendi diversi per lo stesso lavoro“.

Ad esempio, il Ministro della Pubblica Istruzione ha recentemente proposto stipendi diversi per i docenti in base al territorio, prima di fare marcia indietro. Questa differenza è già evidente, ad esempio, nel costo delle assicurazioni auto che è molto più alto rispetto al resto dell’Italia o nell’accesso a prestiti con interessi più elevati che nel resto del Paese“.

L’autonomia differenziata non aiuterà affatto lo sviluppo del Paese, ma perpetuerà la differenza tra le regioni, lasciando ancora più indietro il Mezzogiorno d’Italia, nonostante le rassicurazioni dei politici del Nord”.

Gli articoli 37 e 38 dello Statuto della Regione Siciliana prevedono misure a favore della regione, come la trasmissione di una somma annuale da parte dello Stato per lavori pubblici. Tuttavia, lo Stato ha stanziato solo una piccola quantità di denaro, nonostante sia previsto dalla legge. Questo è anche il caso del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che prevede che almeno il 40% delle risorse destinate territorialmente vada alle regioni del Mezzogiorno. Tuttavia, le risorse stanziate finora sono state destinate soprattutto al Nord. La legge sull’autonomia differenziata, in base alla storia precedente, aumenterà la disparità tra Nord e Sud, e tra regioni ricche e regioni in difficoltà“.

 

 

 

 

Schifani commenta il testo sull’autonomia differenziata: “È stato notevolmente migliorato”

Durante la presentazione del libro “Langelo degli ultimi” alla Missione Speranza e Carità di Palermo, il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha dichiarato che il testo sull’autonomia differenziata è stato notevolmente migliorato rispetto alla prima bozza, in quanto si è dato più spazio al Parlamento e si è cancellato qualsiasi riferimento alla spesa storica.

Schifani ha chiesto al ministro Calderoli il rispetto dell’insularità, come stabilito nel nuovo testo dell’articolo 119 della Costituzione, e un anno di autonomia finanziaria, e ha annunciato l’apertura di una trattativa con il governo su questi due aspetti, senza fare barricate ma cercando di migliorare i processi e accelerare la burocrazia.

Il presidente ha anche espresso i suoi dubbi riguardo al terzo mandato per i sindaci dei comuni con meno di 15 mila abitanti, ritenendolo incostituzionale e cercando di evitare una legislazione scorretta. Ha infine commentato la possibile anticipazione del voto per le elezioni comunali, affermando che si tratta di una valutazione puramente politica e che non comporterebbe alcun risparmio finanziario.