Cannabis terapeutica, in Sicilia tanti pazienti e poche scorte: “Serve ampliare la produzione”

Cannabis terapeutica, in Sicilia tanti pazienti e poche scorte: “Serve ampliare la produzione”

SICILIA – Nel mese di gennaio 2021 una donna 46enne affetta da sclerosi multipla è stata la prima cittadina in Sicilia a ricevere 45 grammi di cannabis terapeutica donati, nell’occasione, dall’ospedale Piemonte di Messina.

La consegna delle dosi di infiorescenza è l’effetto del decreto firmato un anno prima dall’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza che prevede il pieno finanziamento delle spese mediche per alcune tipologie di pazienti.

In Sicilia un esercito di pazienti

A oggi, in base ad alcune stime, sono migliaia i siciliani che necessitano di assumere cannabis a scopo terapeutico. Un piccolo esercito di pazienti che, però, non riescono a soddisfare il proprio fabbisogno a causa dei forti squilibri esistenti nell’Isola riguardo l’accessibilità e le possibilità di prescrizione.

A livello di numeri concreti, non abbiamo cifre né da parte della Regione né da parte del Ministero su quanti pazienti siano in cura. Su una nostra stima, basata su una raccolta di dati, abbiamo contato 5mila pazienti“. A raccontarlo ai microfoni di NewSicilia è Santa Sarta, vice presidente del Comitato Pazienti Cannabis Medica, con sede a Sant’Alessio Siculo, in provincia di Messina.

Di questi pazienti – fa notare la vice presidente – pochissimi rientrano a carico del servizio regionale perché al momento nel decreto sono previste solo due patologie: dolore cronico e neuropatico e spasmi da sclerosi multipla. Nel decreto ministeriale 2015 Lorenzin sono 7 le patologie“.

Le patologie riconosciute dal Ministero della Salute

Così come indicato dal Ministero della Salute sul proprio sito web e sulla Gazzetta Ufficiale, tra le patologie indicate rientrano:

  • l’analgesia in patologie che implicano spasticità associata a dolore (sclerosi multipla, lesioni del midollo spinale) resistente alle terapie convenzionali;
  • l’analgesia nel dolore cronico (con particolare riferimento al dolore neurogeno) in cui il trattamento con antinfiammatori non steroidei o con farmaci cortisonici o oppioidi si sia rivelato inefficace;
  • l’effetto anticinetosico e antiemetico nella nausea e vomito, causati da chemioterapia, radioterapia, terapie per HIV, che non può essere ottenuto con trattamenti tradizionali;
  • l’effetto stimolante dell’appetito nella cachessia, anoressia, perdita dell’appetito in pazienti oncologici o affetti da AIDS e nell’anoressia nervosa, che non può essere ottenuto con trattamenti standard;
  • l’effetto ipotensivo nel glaucoma resistente alle terapie convenzionali;
  • la riduzione dei movimenti involontari del corpo e facciali nella sindrome di Gilles de la Tourette che non può essere ottenuta con trattamenti standard.

Ancora poche convenzioni nell’Isola

La prima Asp siciliana a uniformarsi alla nuova legge regionale “è stata Ragusa, si sono attivati subito. Dopodiché Messina, Caltanissetta, Catania e Trapani come Asp. Mancano Palermo, Agrigento, Enna e Siracusa con cui stiamo cercando di accelerare i tempi“.

In questo momento – prosegue Santa Sarta – i pazienti della Sicilia non hanno un accesso omogeneo, stiamo aspettando che tutte le Asp si attivino per fare le convenzioni con le farmacie territoriali. Al momento le Aziende ospedaliere non hanno una farmacia che possa realizzare questi preparati galenici a base di cannabis“.

Oltre alle strutture convenzionate servono anche dei medici preparati e in grado di fornire assistenza e risposte ai pazienti. A tal proposito “subito dopo il decreto a dicembre, nonostante la pandemia sono partiti i corsi di formazione. Hanno partecipato una quarantina di medici ospedalieri. Sappiamo che il corso è stato organizzato dal CEFPAS insieme alla Regione” e che “verranno fatti dei corsi aggiuntivi per i medici di base che poi sono loro che devono seguirci nel piano terapeutico e rinnovare le ricette di mese in mese“.

Chi ha paura della cannabis?

Come detto in precedenza, un grande ostacolo per la diffusione della cannabis terapeutica in Sicilia rimane quello della scarsa capillarità dei servizi. Un “vuoto” determinato, senza troppi giri di parole, anche dalla poca informazione in merito all’argomento.

Nella nostra Isola, così come nel resto del Paese, si continua a parlare troppo poco di cannabis. La parola continua a fare “paura” a molti e il termine viene associato troppo facilmente all’illegalità. Una condizione di difficoltà alimentata, in buona parte, dal proibizionismo degli ultimi decenni.

Purtroppo se ne parla poco“, confessa Sarta. “Devo dire che ormai per quanto riguarda i pazienti sono loro stessi a essere coscienti di avere questa opportunità terapeutica, ma ancora troviamo residente da parte dei medici ospedalieri e anche da parte delle forze dell’ordine che continuano a fare procedimenti“.

“Paghiamo i pregiudizi”

Ci è arrivata la segnalazione di un paziente del Piemonte a cui è stata sequestrata la terapia e la ricetta presa in farmacia. Ancora ci ritroviamo per colpa dei pregiudizi a pagare sulle nostre pelle. Se noi ci curiamo con la chemio, la morfina e altri farmaci a nessuno importa, ma se ci curiamo con la cannabis dobbiamo fare i salti mortali“.

In questo momento non la troviamo nemmeno nelle farmacie, il fabbisogno nazionale non è sufficiente e siamo stati costretti il 30 giugno a fare un sit-in a Roma per protestare. Ci sono tanti pazienti pediatrici, per esempio con epilessia, che si curano con la cannabis che in questo momento la pagano perché non rientrano né nei decreti regionali né ministeriali, vanno in farmacia e non la trovano“.

Per fortuna dobbiamo dire che nell’incontro di giorno 30 abbiamo parlato con il dottor Iachino e il sottosegretario Andrea Costa e ci avevano promesso un tavolo di lavoro. Stiamo stati convocati il 23 luglio, andremo con una delegazione di associazioni da tutta Italia e medici farmacisti e avvocati per provare a risolvere questo annoso problema“.

“Serve ampliare varietà e canali di importazione”

In primavera all’Ars era stato approvato l’articolo 57 della Legge di Stabilità 2021 che autorizzata la Regione Siciliana l’avvio di “progetti per la fornitura di cannabis terapeutica“. Tuttavia a metà giugno questo e altri nove articoli sono stati impugnati su richiesta dei ministeri dell’Economia, della Salute e della Pubblica amministrazione.

Tale decisione non sembra comunque voler scoraggiare il Governo regionale e i pazienti siciliani. “Sappiamo che la Sicilia continua a lavorare su questo perché crede che soddisfare il fabbisogno regionale e impostare tutto questo su ricerca e potenzialità che può avere questa pianta sia nell’ambito medico sia per gli studi che possono portare a nuove speranze“, dichiara ancora Sarta.

Ci auguriamo che da parte del Ministero vengano rilasciate le autorizzazioni per i privati, anche per soddisfare il fabbisogno sia regionale sia nazionale. In questo momento i pazienti aumentano perché la consapevolezza di avere dei benefici è maggiore, però non abbiamo le scorte. L’unico nostro fornitore è l’Olanda e non riesce più a gestire i nostri ordini“.

L’Italia, tramite l’Istituto Farmaceutico, non ce la fa ad ampliare la produzione e non abbiamo le forniture per tutti. Chiediamo quindi di ampliare non solo le varietà, quindi i canali di importazione, ma anche di concentrarci in Italia per diventare migliori su questo campo. Ci auguriamo che i nostri lavori portino ai risultati sperati“, conclude la vice presidente del Comitato Pazienti Cannabis Medica.

Foto di Foto di 7raysmarketing da Pixabay