Crocetta: “Trivellazioni sono ricchezza”, Cancelleri (M5S): “Uno scandalo”

Crocetta: “Trivellazioni sono ricchezza”, Cancelleri (M5S): “Uno scandalo”

GELA – Nell’intervista di ieri rilasciata a Tony Zermo il presidente Crocetta, su tutte le furie per lo schiaffo del parlamento regionale che ha bocciato le trivellazioni, ha espresso la sua linea pro petrolio.

Secondo Crocetta “una trivella alta non più di metri” non può stravolgere l’ambiente e le royalties incassate dalla Regione ammonterebbero a 500 milioni di euro l’anno. Inoltre sull’accordo che il governatore avrebbe siglato con Eni, che prevederebbe il mancato innalzamento delle royalties, ha attaccato ambientalisti e grillini. Li ha definiti “oscurantisti” e l’accordo è stato fatto per salvare i posti di lavoro di Gela.

Una ridda di commenti negativi si è abbattuta sulla dichiarazioni del presidente. La mozione stoppa-trivelle è una medaglia delle opposizioni e come tale grillini e centrodestra intendono mostrarla.

“Crocetta – afferma il deputato grillino Giancarlo Cancelleri – è come un imperatore che pretende di fare quello che vuole, a dispetto del parlamento e dalla volontà popolare che questo rappresenta. È uno scandalo, non possiamo permetterlo. Ardizzone faccia qualcosa, intervenga a tutela di questa istituzione”.

Secondo i pentastellati l’accordo siglato con il cane a sei zampe è “vergognoso”.

“La verità – spiega Giampiero Trizzino, presidente della commissione Ambiente – è che con l’azione del M5S si è scoperchiato il vaso di Pandora. Con una manovra siglata quasi in solitaria (considerato che al 6 novembre, il giorno della firma, il Crocetta-ter giuridicamente nemmeno esisteva, mancando all’appello alcuni assessori come quello – guarda caso – all’Energia) il presidente della Regione ha regalato ai petrolieri il mare siciliano senza neanche chiedere il permesso al parlamento che, suo malgrado, pochi giorni dopo lo ha smentito con due mozioni votate anche dalla sua maggioranza”.

“A questo si aggiunga – prosegue Trizzino – che Crocetta dalla settimana prossima si troverà sul tavolo anche una richiesta di ricorso alla Corte costituzionale contro il famigerato articolo 38 dello Sblocca Italia, che riguarda proprio le trivellazioni. La richiesta nasce dal tavolo condotto in Commissione ambiente e sostenuto anche dal suo partito, il Pd”.

Va giù duro anche l’esponente di Green Italia Fabio Granata che parla di una vera e propria svendita della Sicilia: “Crocetta sempre più asservito ai poteri industriali, non solo non intende impugnare per incostituzionalità gli articoli dello Sblocca Italia che riguardano la liberalizzazione delle ricerche petrolifere marine e terresti, così come sarebbe suo preciso dovere fare per evidente violazione dello statuto sulle competenze esclusive della Regione in materia di tutela del patrimonio culturale e ambientale, ma getta la maschera sulla vera natura dell’accordo con Eni, verso cui evidentemente si era impegnato ad autorizzare le trivelle per ottenere la rigenerazione verde della raffineria di Gela: una sorta di tangente inaccettabile”.

Quello che gli ambientalisti chiedono è l’impugnativa costituzionale del decreto e un impegno dell’Eni per porre fine alle raffinazioni procedendo alle bonifiche specie nelle aree di Gela, Milazzo e Augusta.