PALERMO – Il motto è simile a quello usato dopo la strage di Charlie Hebdo: “Io sono Aldo Naro”. Così gli amici di Aldo, il giovanissimo medico di San Cataldo ucciso lo scorso venerdì a Palermo durante una festa nella discoteca Goa, e tutti i giovani siciliani hanno deciso di ricordare il ragazzo e lanciare un segnale di indignazione contro una morte assurda.
Su Facebook è stata aperta la pagina “Io sono Aldo Naro” e per domani pomeriggio è prevista una fiaccolata lungo le vie di Palermo che partirà alle 18 dal Teatro Massimo.
“Ci teniamo a mettere in chiaro – spiegano gli organizzatori sui social – che la fiaccolata è pacifica e apolitica per ricordare Aldo. Non ha e non deve avere nessun connotato politico, non devono essere presenti colori o loghi di qualsivoglia associazione, club o altro. Non ce l’abbiamo con nessuno. La violenza non si combatte con altra violenza”.
Già sono 8mila i partecipanti alla fiaccolata che toccherà via Maqueda, Corso Vittorio Emanuele, Piazza Indipendenza, Corso Re Ruggiero, Via Gaetano Lodato e si concluderà presso l’aula nove di via Parlavecchio dove Aldo aveva studiato per la sua laurea in medicina.
“Questa fiaccolata – proseguono gli organizzatori – non è un evento riservato a chi lo conosceva personalmente. È nata con l’intento di far capire che quella sera Aldo poteva essere ognuno di noi e che quindi non possiamo rimanere indifferenti limitandoci soltanto a pubblicare dei post su Facebook. La nostra partecipazione, anche in silenzio, deve essere una testimonianza del nostro dissenso nei confronti della violenza, della rabbia, e della mancanza di valori (quali il rispetto della vita umana)”.
“Io, tu, noi – conclude la nota – non siamo più disposti a tollerare l’inciviltà che ormai dilaga nella nostra città (e non solo) e che sta portando alla distruzione dei valori etici e sociali che dovrebbero far parte di ognuno di noi”.
Intanto oggi nel nisseno, a San Cataldo, si svolgeranno i funerali di Aldo Naro. I carabinieri stanno continuando a indagare sui responsabili della morte del giovane che sarebbe intervenuto per sedare un diverbio e ha avuto la peggio.
Il cerchio – grazie all’ausilio delle telecamere – si è stretto intorno a una decina di ragazzi che probabilmente sarebbero entrati senza pagare e senza controlli agevolati dai buttafuori. Il padre del giovane, un militare dell’Arma, si è detto pronto a perdonare l’assassino a patto che si consegni alla giustizia.