Un mese fa la tentata fuga dall’ospedale, oggi dal carcere: detenuto “perde il pelo ma non il vizio”

Un mese fa la tentata fuga dall’ospedale, oggi dal carcere: detenuto “perde il pelo ma non il vizio”

CALTANISSETTA – Il carcere di Caltanissetta è stata teatro di un altro momento
di tensione, l’evasione dello stesso detenuto che proprio un mese fa ha tentato di evadere del locale ospedale civile Sant’Elia, dove era stato accompagnato per gli esami diagnostici.

Questa mattina, il detenuto si trovava ai passeggi e da lì, ha scavalcato il muro ed è riuscito a
scavalcare anche quello di cinta, trovandosi immediatamente fuori dall’intercinta da dove è, ancora
una volta, riuscito a scavalcare la recinzione del perimetro esterno del carcere. Quella stessa recinzione che già all’atto della sua collocazione è stata oggetto di polemica e contestazione, perché la sua conformazione è utile allo scavalcamento.

Immediato è stato l’intervento del personale di Polizia penitenziaria e delle altre forze di Polizia
prontamente allertate dallo stesso personale e successivamente dopo dagli abitanti della zona.
Il fuggiasco è riuscito a dirigersi verso via Borremans dove è stato fermato dal personale di
Polizia penitenziaria che, nel frattempo, proprio per fermarne la corsa ha esploso colpi di pistola in aria in modo intimidatorio.

In quest’ultimo periodo nel territorio nazionale cambia scena ma il film è sempre lo stesso – dice
Rosario Mario Di Prima coordinatore regionale del SiNAPPe . È di giorno 30 aprile la notizia
delle dimissioni di una figura politica dell’Amministrazione Penitenziaria, il Capo del DAP. Tutti
felici, tutti contenti ma tutti incoscienti. L’indirizzo politico di un Capo è cosa assai importante, le linee guida di in Capo servono e sono utili all’atto in cui vengono date con cognizione di causa e competenza. Va via il Capo del DAP, portando via con sé, solo ed esclusivamente, se stesso, la sua persona, il suo “sapere” le sue, eventuali, competenze o incompetenze ma non porta con sé I MALI, IL MALCONTENTO E IL MALCOSTUME di una Amministrazione assuefatta ai burocratismi e, in alcuni casi, alle ‘INCAPACITÀ’“.

Quanti altri dovrebbero andare via, non di spontanea loro iniziativa ma cacciati, purtroppo, continueranno a fare il bello e il cattivo tempo dentro questa difficile Amministrazione
che ha l’obbligo di gestire la giustizia, la correttezza e, ancora, l’impegno incondizionato. Arrivano il nuovo Capo e il Vice Capo, ai quali facciamo gli auguri di buon lavoro, ma chi conosce
bene l’Amministrazione Penitenziaria, chi sa perfettamente che non è il Capo che ne determina il
buon andamento o il suo collasso, bensì i tanti burocrati che ne gestiscono le sorti, che manovrano il Timone, responsabili delle morti e del malessere di tantissimi donne e uomini della Polizia
penitenziaria. Solo una rivoluzione culturale e di coscienze potrà rimettere in pista l’Amministrazione Penitenziaria e la Polizia penitenziaria“.

Il SiNAPPe, attraverso il suo Coordinatore, Di Prima, sente “il dovere richiamare l’attenzione sulla gestione della Sicurezza della Casa Circondariale di Caltanissetta, che è demandata al Dirigente della Polizia penitenziaria, il quale ha determinando scelta sbagliate con effetti negativi per il personale di Polizia penitenziaria, sovraccaricando e abbandonandolo al proprio destino, non riesce più a proseguire serenamente la propria attività. Scelte in controtendenza rispetto alla gestione del personale e della sicurezza dell’Istituto, hanno posto in essere una condizione di disagio che non vede all’orizzonte possibilità di riprese“.

Immagine di repertorio