Sale giochi “presidi d’illegalità”: come i minorenni rischiano di diventare “reclute” della mafia

Sale giochi “presidi d’illegalità”: come i minorenni rischiano di diventare “reclute” della mafia

CATANIA – Il gioco d’azzardo è la nuova attività di riferimento per le organizzazioni criminali: lo dimostrano i dettagli sconcertanti emersi dall’operazione “Gaming off line”, in seguito alla quale la Polizia di Stato ha proceduto al sequestro preventivo di 20 sale giochi, gestite illegalmente, e all’esecuzione di 36 misure cautelari a carico di altrettanti affiliati del clan mafioso Cappello-Bonaccorsi.

“Le scommesse illegali, così come il business che ruota attorno ai rifiuti, permettono maggiori profitti con meno rischi, è questo che rende quest’attività così appetibile per le organizzazioni criminali, che ne traggono un guadagno ingente e immediato: questa la dichiarazione del procuratore Carmelo Zuccaro nel corso della conferenza stampa sulla maxi operazione di questa mattina.

Il reimpiego di denaro “sporco” in attività, online e offline, di agenzie di scommesse e internet point gestite illegalmente è ormai consuetudine sul territorio siciliano, tanto tra gli esponenti di Cosa Nostra quanto tra le famiglie criminali locali e i piccoli clan. Senza dubbio si tratta di una “novità” in ambito criminale, ma seconda a nessuna in termini di profitti.

“La mafia si evolve e ha bisogno di nuovi ‘stimoli’ e attività per andare avanti”, questa la spiegazione del procuratore di Catania al successo di questo tipo di attività illecita. Carmelo Zuccaro spiega anche che al bisogno di innovazione dei maggiori clan mafiosi risponde anche la necessità di fare affidamento su individui giovani e tecnicamente preparati, che possano agevolare l’occultamento delle azioni losche dei boss e dei loro affiliati, come è avvenuto nel caso dei numerosi esercizi commerciali gestiti da Salvatore Massimiliano Salvo e i suoi collaboratori.

Gli enormi profitti della famiglia Cappello-Bonaccorsi nel settore scommesse fa riflettere su come le sale giochi oggi rappresentino un pericolo sociale molto enorme, specialmente per i più giovani, sempre più soggetti al rischio ludopatia e sempre più esposti al contatto diretto con la criminalità organizzata.

Per questo le agenzie che permettono il gioco d’azzardo sono spesso, per il procuratore Zuccaro, dei veri e propri “presidi di illegalità. Non è un caso che queste siano diventate, quindi, lo strumento principale delle cosche mafiose per stabilire il proprio potere sul territorio e, purtroppo, anche per “adescare” nuove vittime e/o ulteriori “reclute” tra i giovanissimi.

Preoccupante, in particolare, è la posizione dei minorenni, che sempre più spesso si avvicinano alle agenzie di scommesse troppo presto e iniziano a entrare nel pericoloso “tunnel” del gioco d’azzardo ancora in tenera età.

Il pericolo è quasi impercettibile a volte, anche perché in tanti solitamente non vedono nulla di male nell’ingresso di giovani all’interno di sale giochi (apparentemente gestite legalmente), ma una delle tante intercettazioni della Polizia di Stato nel corso dell’operazione “Gaming Off Line” dimostra che la situazione è peggiore di quanto si possa pensare: un video risalente all’estate 2016 mostra un gruppo di ragazzi, chiaramente minorenni, entrare in una delle sale giochi gestite dal clan Cappello-Bonaccorsi, a pochi passi da coloro che hanno messo in piedi il “business d’oro” delle scommesse illegali.

Chiudere le sale giochi che operano illegalmente è il modo principale che le forze dell’ordine hanno per gestire questo problema”, ha dichiarato Carmelo Zuccaro. “Siamo molto attenti a rilasciare le autorizzazione per l’apertura di esercizi commerciali di questo tipo, ma è chiaro che questo settore è spesso soggetto a pressioni esterne, talvolta anche contro la volontà dei gestori stessi, che vanno monitorate costantemente con l’attività sul territorio, ha concluso il procuratore del capoluogo etneo.