CATANIA – Uomo di 36 anni con un curriculum criminale di tutto rispetto, ma, soprattutto, con una mente geniale. A dimostrare ulteriormente la lungimiranza del boss del clan Cappello-Bonaccorsi, Salvatore Massimiliano Salvo, è stata l’operazione Gaming Off Line di questa mattina.
Il leader del sodalizio criminale, infatti, ha trovato appoggio in uomini fidati per mettere le mani su un settore dove, e non è certamente un mistero, c’è un ingente giro di soldi: quello delle scommesse on line. Non solo calcio, ma anche altri sport, avvicinano gli appassionati che tentano la fortuna sperando che i loro pronostici sui vincitori siano giusti.
Salvo, questo, lo ha intuito bene. Così, si è avvalso dell’essenziale collaborazione di tre persone: Giovanni Orazio Castiglia, Salvatore Bosco e Antonino Iacono, organizzatori e direttori dell’associazione. Insieme a loro, poi, tanti altri seguaci, pronti a dar manforte al clan.
L’obiettivo era quello di aprire diversi centri scommesse ex PlanetWin365 (fino al 2017) e affiancare le scommesse illecite sui portali con estensione “.com” a quelle legali. Un sistema che, in questo modo, avrebbe mascherato meglio l’atto criminale della scommessa abusiva e avrebbe garantito un maggior guadagno all’intera cosca.
Ovviamente, non solo Catania. Anche altre province facevano parte del piano: Siracusa, Ragusa e Caltanissetta sono gli altri comuni in cui sono state sequestrate le agenzie e dove sono state individuate altre persone fidate.
Un “fiuto” imprenditoriale non nuovo a Salvo e al clan Cappello-Bonaccorsi, consci del proprio potere e con una strategia chiara: avvicinare gli imprenditori proponendosi come investitori e soci dell’azienda e individuando nuovi possibili clienti. Il tutto al semplice scopo di riciclare denaro sporco e “pulirlo”.
Due episodi sono emblema di questo modus operandi. Il primo è il caso della Geo Ambiente di Giuseppe Guglielmino, azienda operante nel settore dei rifiuti. Il secondo quello della E.F. Servizi Ecologici, di proprietà del padre, Vincenzo Guglielmino. Entrambi, infatti, sono stati raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare e rinviati a giudizio.