CALTANISSETTA – La D.I.A. di Caltanissetta ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro, emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale locale, su proposta del Direttore della D.I.A., Generale di Divisione Giuseppe Governale, nei confronti dell’imprenditore Giuseppe Li Pera, 71enne di Polizzi Generosa (PA), da anni residente a Caltanissetta.
L’odierno provvedimento di sequestro trae origine da un’attività investigativa condotta dal Centro Operativo nisseno e coordinata dal I Reparto della D.I.A., che, ripercorrendo la sua carriera imprenditoriale dalla metà degli anni’ 80, ne ha accertato la rilevante ascesa grazie ai continui rapporti intrattenuti con i vertici mafiosi siciliani, i quali gli hanno consentito di accrescere illecitamente il proprio patrimonio.
Le indagini preventive hanno, infatti, disvelato un quadro d’insieme composito, caratterizzato da un complesso reticolo societario, solo formalmente riconducibile a soggetti terzi (ma indirettamente a lui collegati) e solo apparentemente svincolato da connessioni con il mondo della criminalità organizzata.
Ciò emerge chiaramente dalla vicenda giudiziaria conclusasi nel 2007, nell’ambito della quale il Li Pera è stato condannato definitivamente per il reato di associazione mafiosa, al termine di lungo percorso giudiziario, risalente al 1991 (indagine del ROS dei carabinieri denominata “mafia e appalti”) e in origine attenzionato anche dai magistrati Falcone e Borsellino. In tale contesto, emerse il cosiddetto Sistema Siino, che consentiva alla mafia siciliana di controllare gli appalti pubblici, grazie al coinvolgimento di imprenditori mafiosi ovvero collusi con la mafia, nonché di rappresentanti politici, dirigenti e funzionari degli enti territoriali.
La figura del Li Pera spiccò perché, alla fine degli anni ‘80, quale dipendente della società del nord Italia – Rizzani de Eccher (attiva nel settore delle grandi opere negli appalti pubblici), non soltanto si prodigò per quella ditta, ottenendo illeciti vantaggi in termini di aggiudicazione e gestione degli appalti in Sicilia, ma ne trasse personale arricchimento, agevolandosi della sua vicinanza al contesto mafioso dell’epoca.
La storia controversa di Giuseppe Li Pera conta anche una formale collaborazione con la Giustizia, iniziata nel giugno 1992 e da lui interrotta nel gennaio del 2001, anno in cui cominciò l’ascesa imprenditoriale della sue numerose società, intestate a prestanome e operanti nei settori:
Le indagini condotte dalla D.I.A. hanno, altresì, accertato come il Li Pera, in oltre trent’anni di attività imprenditoriale, abbia intrattenuto rapporti d’affari, senza soluzione di continuità, con mafiosi del calibro di Antonino Buscemi e Giovanni Brusca, Angelo Siino, Mario Giuseppe Scinardo, Vito Nicastri, Francesco Scirocco, Diego Rinella, Calogero Pulci e con il noto imprenditore nisseno Pietro Di Vincenzo, destinatario di una delle più ingenti confische per mafia.
Il provvedimento di sequestro eseguito dalla D.I.A. di Caltanissetta, coadiuvata dai Centri Operativi di Roma e Torino, ha riguardato l’attuale patrimonio immobiliare ed imprenditoriale del Li Pera, derivante da attività illecite ovvero frutto del loro reimpiego, stimato in oltre 10 milioni di euro e costituito:
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