GELA – La Piana di Gela è a secco. Un paradosso, considerando le tre dighe presenti nell’area (ovvero Cimia, Comunelli e Disueri). I problemi strutturali e il fango accomulato nel tempo hanno reso quasi inattivi i bacini artificiali che dovrebbero servire i campi.
Piana di gela “a secco”: i danni economici
Secondo quanto riferito da Liborio Scudera, tra gli operatori del comparto, l’acqua “non arriva mai” e le piogge degli ultimi tempi “non servono a niente. Quelle poche volte che arriva, i quantitativi sono irrisori. Già adesso, iniziamo a temere per le prossime coltivazioni, soprattutto del periodo estivo paghiamo canoni per non avere acqua nonostante l’interessamento della politica locale”.
Un altro imprenditore agricolo gelese, Angelo Mancuso, ha presentato mesi fa denuncia formale contro l’assessorato regionale, per “i danni economici causati dalla mancata erogazione idrica“.
L’acqua che viene accumulata nelle dighe finisce in mare per evitare problemi di tenuta strutturale. Il governo regionale, attraverso l’assessorato all’Energia, ha già comunicato di aver dato priorità alla progettazione per interventi che poi necessiteranno di risorse finanziarie ingenti.
Il sindaco Franzone: “Assessorato più attivo rispetto al passato: non sono iter semplici”
L’assessore del comune di Gela, Filippo Franzone, ha spiegato che “insieme al sindaco Terenziano Di Stefano continuiamo ad avere contatti con la Regione e con il governo nazionale. Però, non sono iter semplici e richiedono fondi economici importanti. Rispetto al recente passato, la riparazione dell’interconnessione tra Cimia e Disueri inizia a funzionare e aspettiamo che vengano finalizzate le progettazioni”.
“Ci sono stati, di recente, sopralluoghi a Disueri, a causa del cedimento della spalla sinistra della diga. L’assessorato regionale è più attivo rispetto al passato“, conclude.
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