GELA – “Oggi è una bellissima giornata per impiccarmi“. Lo ha annunciato su Facebook, scritto con un post, a cui pochi hanno commentato, che l’avrebbe fatta finita. Una tragedia dai contorni macabri quella che ha avuto luogo a Gela (Caltanissetta), esattamente all’interno della villa comunale.
Un uomo, ancora di giovane età, sarebbe stato trovato impiccato nel parco giochi, tra lo sgomento di tanti testimoni ancora sotto shock. Il cadavere della vittima sarebbe stato ripreso anche da dei senza cuore che avrebbero filmato il ritrovamento.
Sul posto, nonostante l’arrivo del personale medico del 118, per la vittima non ci sarebbe stato più nulla da fare.
I commenti sui social e l’amarezza di molti
“Mannaggia! Che accade?“, scriveva Ivan sotto al post dell’uomo. E ancora Jessica che chiede di cancellarlo. E poi Patrick: “Ciao bello, non c’è mai una bella giornata da frequentare, c’è sempre una bellissima alba per ricominciare, forse stai attraversando dei problemi se pensi di non poter migliorare, ma se puoi, il tempo può fare tutto. Sto usando un traduttore se vuoi parlare, parliamo, abbi cura di te. Un forte abbraccio e tutto di positivo per te sei giovane hai tutta una vita davanti a te, il bene deve sempre venire“.
Chissà da dove scrive Patrick, forse da più lontano della Sicilia, eppure questo commento quel giovane in preda alla disperazione, non lo leggerà mai. Come non potrà raccontare e spiegare il perché dell’insano gesto ai molti che commentano la notizia e che oggi annunciano di aver fallito, di aver perso, perché quel giovane nessuno potrà più riportarlo in vita e nessuno è stato capace di ascoltarlo, aiutarlo, salvarlo.
“Questa è la dimostrazione evidente di quanta mancanza di empatia c’è in questo territorio, oltre ad una profonda indifferenza ed incapacità nell’ascoltare il dolore delle persone più fragili. Un’altra terribile tragedia, un’altra pagina triste per questa Gela spesso apatica, dove c’è il tempo per lanciare il pettegolezzo, la maldicenza, la battutaccia sarcastica, ma non si trova un minuto per ascoltare il silenzio interiore di chi, a questa giovane età, compie un gesto che mai può essere giudicato. In una società dove tutto è apparire, dove ci sono pochissime opportunità lavorative, dove non ci sono spazi di confronto e regna il menefreghismo più evidente (anche di fronte ad una pandemia), è chiara la sconfitta umana e sociale.
Perdiamo un giovane meraviglioso, perdiamo tutti una vita preziosa. Sì, abbiamo perso tutti, è inutile nasconderlo. Questo è un paese senza rispetto, pronto sempre a vivere di complicità assurde basate su gesti violenti, atti di bullismo, episodi di omofobia ben costruiti, sopraffazioni… si cerca di negare l’evidenza ma è così. Si parla di cambiamento ma io il cambiamento non lo vedo… e io stesso, a 40 anni, porto le ferite di decenni di promesse, miglioramenti, possibilità… quali? Me lo spieghino!
Ragazzo mio, che la tua anima possa essere circondata dall’abbraccio misericordioso di Dio. Sei purtroppo il figlio di una realtà che, evidentemente, non ha saputo comprendere quel tuo silenzio interiore così importante. È davvero una sconfitta. Amara. Terribile. E so cosa significa perché in quel buio, anni fa, ci sono passato anch’io. Mai giudicare. Mai. Non è giusto e non è possibile.
A Gela, ancora una volta, è caduta la speranza di chi chiedeva solo di rialzarsi. E non ci sono altre parole. Perché abbiamo perso tutti, oggi. Davvero. Dio, accogli quest’anima bella“, scrive Marco.
Come sempre, vi ricordiamo che sono attivi alcuni numeri verdi a cui chiunque può rivolgersi per ricevere supporto e aiuto psicologico:
- Telefono Amico 199.284.284;
- Telefono Azzurro 1.96.96;
- Progetto InOltre 800.334.343;
- De Leo Fund 800 168 678.
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