Gestivano approvvigionamenti e distribuzione di prodotti ortofrutticoli per i principali mercati italiani: 20 arresti fra Napoli e Catania

SICILIA – Il Centro operativo Dia di Roma, coadiuvato dalle articolazioni territoriali di Napoli, Salerno, Palermo, Caltanissetta, Catania e Bologna ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di venti persone, ritenute responsabili dei reati di associazione mafiosa, illecita concorrenza con minaccia o violenza, estorsione ed altro.

I provvedimenti sono stati emessi dal gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Dda.

L’operazione, che ha visto impegnati oltre 200 uomini della Direzione Investigativa Antimafia e ha preso spunto dalle precedenti “Sud pontino” e “Store” già condotte dalla Direzione Investigativa Antimafia, ha disvelato la gestione monopolistica, operata dai “clan” Casalesi e Mallardo con quelli appartenenti a Cosa Nostra catanese, negli approvvigionamenti di prodotti ortofrutticoli e nell’imposizione dei connessi servizi di trasporto da e per i maggiori mercati del centro e del sud Italia.

Sono in corso diverse perquisizioni.

Eseguito anche un decreto di sequestro preventivo riguardante compendi aziendali di dieci società di trasporto per un valore di circa 100 milioni di euro. 

L’inchiesta, lo ripetiamo, costituisce uno sviluppo di un’analoga chiusa nel maggio 2010 che portò alla luce il monopolio di una ditta, la Paganese Trasporti, per rifornire di merci i mercati ortofrutticoli di Fondi, Catania, Palermo, Gela e Giugliano; anche in questo caso ci furono arresti tra cui quelli di imprenditori legati non solo al clan dei Casalesi, ma anche a Cosa Nostra, perché con la mafia la camorra casertana si era spartita la torta dell’affare.

In questa nuova tranche il portafoglio clienti della Paganese Trasporti era passato a una ditta individuale, quella di Libero Frontoso, fratello di uno degli arrestati nell’indagine del 2010 e poi garantito da Luigi Terracciano, prima arrestato e poi ai domiciliari per motivi di salute.

A raccontare questo percorso, anche conversazioni intercettate. Frontoso, per gestire l’attività, aveva anche preso accordi con una società salernitana, la Ita. Ma nella primavera del 2012, indicano sempre intercettazioni e riscontri, questo scenario si modifica perché Terracciano viene scarcerato e messo ai domiciliari.

L’uomo era il più stretto collaboratore di Costantino Pagano, e subito, nonostante sia sottoposto a una misura cautelare, riprende in mano il trasporto dell’ortofrutta, utilizzando la ditta di Frontoso e marginalizzando Ita.

Pagano mantiene anche solidi rapporti con i siciliani. Il mercato ortofrutticolo di Giugliano, poi, a partire dal 2010 era nel frattempo passato dalle mani dei Casalesi a quelle del clan Mallardo, pur mantenendo lo stesso sistema di controllo dei trasporti, gestiti da Salvatore Dalterio per conto della cosca.