GELA – La giunta regionale ha dato il via libera a un accordo per il restauro e il potenziamento del porto rifugio di Gela. In collaborazione con Eni, l’azienda energetica finanzierà interventi sull’infrastruttura per un importo superiore a 5.383.000 euro. I lavori, sotto la supervisione dell’Autorità di sistema portuale del mare della Sicilia occidentale, si concentreranno principalmente sul dragaggio del porto al fine di risolvere i problemi ricorrenti di insabbiamento.
Il protocollo per il ripristino del porto rifugio di Gela
Questo fa parte di un protocollo che sostituirà quello del 2016 e coinvolgerà la Regione Siciliana, il Comune di Gela, l’Autorità di sistema portuale del mare della Sicilia occidentale, Eni spa, Eni Mediterranean Idrocarburi spa, Raffineria di Gela spa e il dipartimento regionale della Protezione Civile.
Le parole dell’assessore Aricò
Alessandro Aricò, l’assessore regionale alle Infrastrutture, ha sottolineato l’importanza strategica del porto rifugio di Gela per l’intera area, sia dal punto di vista commerciale che turistico. Ha affermato di aver preso in mano la situazione fin dai primi giorni del suo incarico e ora, con l’approvazione della giunta per i nuovi accordi, si sta compiendo un passo tangibile verso i lavori che rivestono una rilevanza cruciale per il rilancio economico della regione.
La storia del porto rifugio di Gela
Inizialmente costruito negli anni ’50 per proteggere la città dalle correnti e dai venti, il porto rifugio di Gela è stato successivamente adattato per ospitare attività di turismo da diporto e pesca commerciale. Nel 2022, la gestione è stata trasferita dall’autorità regionale all’Autorità di sistema portuale del mare di Sicilia occidentale, pur restando la titolarità alla Regione.