Cronaca

Fatture “gonfiate” e compensazioni di crediti inesistenti: sequestrati oltre 4 milioni a Gela

GELA – I Finanzieri della Guardia di Finanza di Gela hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro per equivalente emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Gela, per un valore di oltre 4 milioni di euro, nei confronti di 6 persone fisiche, nei cui confronti vige la presunzione di innocenza, indagate per i reati di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti e indebita compensazione

Sequestrati oltre 4 milioni a Gela

Le indagini delle Fiamme Gialle, coordinate dalla Procura della Repubblica di Gela, hanno portato all’individuazione di uno schema societario composto da 9 imprese dedite esclusivamente alla sovrafatturazione di prestazioni di manodopera ad una società per azioni operante nel settore della meccanica generale e con sede legale a Roma

Le società venivano costituite unicamente per consentire una rotazione sistematica del personale tra le stesse e permettere, in tal modo, alla capofila di abbattere la pressione fiscale e generare disponibilità finanziarie che, nel tempo, venivano trasferite ai soggetti segnalati. 

Le imprese “apri e chiudi”

Le “imprese apri e chiudi”, operative per circa due anni, erano solite compensare i contributi previdenziali ed assistenziali con crediti d’imposta inesistenti per complessivi 1.047.482 euro, di cui 308.932 euro rientranti nel PNNR. 

Gli accertamenti eseguiti hanno confermato che la società per azioni, dal 2019 al 2022, si è avvalsa di fatture per operazioni in parte inesistenti, ossia attestanti un importo maggiorato rispetto a quello effettivamente corrisposto, per un valore complessivo di 6,7 milioni di euro.

Al termine delle indagini, il Giudice del Tribunale di Gela ha disposto il sequestro preventivo diretto e per equivalente per oltre 4 milioni di euro, somma pari alle imposte evase e ai crediti inesistenti compensati (c.d. “risparmio di spesa”), nei confronti delle persone fisiche indagate

Contrasto alle frodi fiscali

La presente operazione di polizia economico–finanziaria esprime l’impegno del Corpo nel contrasto alle frodi fiscali per preservare le risorse dello Stato e salvaguardare gli operatori economici onesti dalla concorrenza sleale di quelle imprese che partecipano ad appalti con la possibilità di presentare offerte al ribasso non pareggiabili. 

Note

Si rappresenta, infine, che il procedimento penale pende nella fase delle indagini preliminari e le persone sottoposte alle indagini non possono essere considerate colpevoli fino alla pronuncia di una sentenza di condanna definitiva.

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