GELA – Continuano le poteste messe in atto da sindacati e lavoratori contro la chiusura della raffineria Eni di Gela, a causa della mancata conversione dell’impianto per la produzione di biocarburante.
In tutto ciò sono sempre 2000 i posti di lavoro a rischio, anche se recentemente sembrava esser stato accettato il protocollo che prevedeva 2,2 miliardi di euro di investimenti per la conversione degli impianti.
Nei giorni scorsi lo stesso Rosario Crocetta e il sindaco gelese, Domenico Messinese, erano stati convocati a Roma per definire alcune misure straordinarie sull’uso dell’ammortizzatori sociali.
Ma pare che il tutto si sia concluso in un niente di fatto perché, ancora oggi, sono ben 400 gli operai senza ammortizzatori sociali e ieri la Eureco ha annullato la mobilità per 36 dipendenti che si occupavano del servizio antinquinamento nel porto.
Per questo motivo i sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno programmato l’invio di centomila cartoline al premier Matteo Renzi, con l’obiettivo di attirare la sua attenzione sulla vertenza Eni a Gela.
Stamattina sono stati messi online gli hastag #matteocambiaverso e #gelasaluteelavoro per ricordare al premier che, il 14 agosto del 2014, in occasione di una sua visita a Gela aveva assicurato che nessun operaio avrebbe perso il posto di lavoro con la conversione della raffineria in Green Refinery.
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