GELA – Alle prime luci di oggi a Gela (Caltanissetta), la locale Procura della Repubblica ha disposto l’esecuzione, operata dai carabinieri del comando provinciale di Caltanissetta, del provvedimento di ordinanza di custodia cautelare emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Gela in modo conforme al quadro indiziario confermato dalle attività di indagine, nei confronti di sette persone.
Si tratta di: Antonino Raitano, inteso Tony, Ruben Raitano, Giacomo Tumminelli, Giovanni Simone Alario, Vincenzo Trubia, Giuseppe Trubia e Rosario Trubia.
L’attività d’indagine, avviata a seguito del conflitto a fuoco che ha coinvolto i fratelli Raitano e la fazione opposta dei Trubia la sera del 2 ottobre 2019, è stata condotta dalla Sezione Operativa del Nucleo Operativo e Radiomobile di Gela, sotto la direzione e il coordinamento della Procura della Repubblica di Gela, per mezzo sia di attività tradizionali che di tipo tecnico con intercettazioni telefoniche e ambientali.
Grazie alle numerose acquisizioni investigative gli inquirenti sono riusciti a ricostruire, allo stato delle indagini, il movente del menzionato episodio delittuoso, derivante dalle accese conflittualità venutesi a creare tra i destinatari dell’odierna misura cautelare, tutti coinvolti nella spartizione dei proventi derivanti dalla commissione di reati contro il patrimonio, che aveva dato avvio a una vera e propria “catena di violenza” tra famiglie rivali, entrambe protese all’allargamento delle rispettive “aree di influenza”.
Dall’inchiesta è inoltre emerso come alcuni degli indagati avessero acquisito la disponibilità di armi da fuoco, mediante le quali affermare il controllo criminale nell’area di riferimento.
L’attività di captazione tecnica di tipo ambientale a carico degli indagati, nello specifico di Antonino Raitano, si è rivelata essenziale per giungere al risultato odierno, riuscendo i carabinieri a interrompere l’escalation criminale scaturita della sanguinosa sparatoria che ha destato grande allarme sociale, specie in un contesto come quello gelese.
I soggetti coinvolti, 4 in carcere e 3 ai domiciliari, sono chiamati a rispondere di un cospicuo novero di reati tra cui quelli di tentato omicidio, rapina aggravata, detenzione e porto abusivo di armi, lesioni personali aggravate, ricettazione, favoreggiamento personale, favoreggiamento reale, minacce aggravate e violazione delle prescrizioni imposte con la sorveglianza speciale di Pubblica Sicurezza.
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