Anestesisti rianimatori pronti a dimettersi, il sindacato aziendale denuncia “gravi carenze del personale”

Anestesisti rianimatori pronti a dimettersi, il sindacato aziendale denuncia “gravi carenze del personale”

CALTANISSETTA – La segreteria aziendale Aaroi-Emac, l’associazione che rappresenta gli anestesisti rianimatori italiani, segnala “la grave carenza di medici specialisti del settore negli ospedali dell’Asp2 di Caltanissetta“.

Il sindacato sostiene che se il “loro grido di aiuto dovesse rimanere inascoltato” dopo “anni di lavoro in condizioni intollerabili” gli anestesisti rianimatori “potrebbe indirizzarsi, più ragionevolmente, verso la tutela del proprio stato di benessere fisico, psichico e sociale“.

In altre parole – afferma la segreteria aziendale Aaroi-Emacl – siamo sulla soglia di una dimissione di massa“.

In particolare, contestano che nel distretto Cl1 ci sono condizioni di pressione lavorativa non contemplabili col contratto nazionale di dirigenza medica.

La rappresentante sindacale Tiziana Caramia spiega che “da gennaio 2023 rimarranno solo 10 anestesisti rianimatori a garantire le urgenze e la terapia intensiva nei presidi ospedalieri di Mussomeli e Caltanissetta“.

Fino a oggi – aggiunge – abbiamo agito, derogando ai nostri diritti contrattuali, nell’esclusivo interesse della tutela della salute dei cittadini della provincia e non solo: il presidio ospedaliero Sant’Elia è sede di attività specialistiche medico-chirurgiche di alta complessità e di riferimento per l’intero bacino delle province di Caltanissetta, Enna ed Agrigento (Neurochirurgia, Chirurgia Vascolare, Emodinamica, Gastroenterologia, Stroke Unit a cui a breve si aggiungerà la neuroradiologia interventistica ecc.)“.

Il sindacato ribadisce di avere “ripetutamente sollecitato la direzione strategica sui rischi per la popolazione legati al drammatico sottorganico“.

Abbiamo inoltre informato il Prefetto di Caltanissetta e i sindaci di Caltanissetta e Mussomeli, ma –  afferma la segretaria aziendale – a oggi non abbiamo ricevuto alcuna risposta, né un segnale di preoccupazione“.