Salvatore Russo morto a 104 anni, addio al veterano di guerra: il ricordo degli anni più bui

CALTANISSETTA – Salvatore Russo, un veterano di guerra e deportato della Seconda guerra mondiale, è morto a Riesi, in provincia di Caltanissetta, all’età di 104 anni. Lo hanno annunciato l’Anpi di Riesi e il comitato provinciale Anpi di Caltanissetta.

Russo, che era un aviere dell’esercito e presidente onorario dell’Anpi di Riesi, venne catturato dai tedeschi in Albania. In merito a ciò, secondo il ricordo di Russo, dopo la firma dell’armistizio incondizionato da parte di Badoglio, erano in superiorità numerica rispetto ai tedeschi all’aeroporto. Tuttavia, il generale, un fascista, non diede loro alcuna istruzione.

La sua esperienza è uno dei tanti casi in cui l’esercito italiano è stato abbandonato dopo l’8 settembre. Il veterano di guerra, che aveva 104 anni, ricordava chiaramente le torture e le vessazioni subite. Come tutti gli altri prigionieri, venne costretto a lavorare in fabbrica in turni di 12 ore, alternando tra giorno e notte, insieme ai suoi compagni di prigionia. Ha raccontato che a causa della fame, lui e gli altri prigionieri commettevamo furti: hanno rubato delle patate da un deposito vicino. Poi sono stati scoperti e portati in una stanza, dove sono stati obbligati a metterci a petto in giù su uno sgabello, con la testa tra le gambe dei tedeschi, mentre un altro li picchiava con un bastone.

Il 28 gennaio 2017, Russo ha ricevuto la medaglia d’onore del Consiglio dei Ministri come deportato IMI (Internati Militari Italiani) dal prefetto di Caltanissetta, Maria Teresa Cucinotta. La sua storia è stata inclusa nel manoscritto intitolato “Resistenti, storie di antifascisti, partigiani e deportati di Riesi”.

In foto Salvatore Russo