Attraverso la DaD la scuola Fava rinnova il grido “Palermo chiama Italia”

Attraverso la DaD la scuola Fava rinnova il grido “Palermo chiama Italia”

MASCALUCIA – “L’educazione alla legalità si pone non soltanto come premessa culturale indispensabile ma anche come sostegno operativo quotidiano, poiché soltanto se l’azione di lotta sarà radicata saldamente nelle coscienze e nella cultura dei giovani, essa potrà acquisire caratteristiche di duratura efficienza, di programmata risposta all’incalzare temibile del fenomeno criminale”.

Queste parole, tratte dalla CM 203/93 del Ministero della Pubblica Istruzione, fanno comprendere come l’educazione alla legalità abbia per oggetto la natura e la funzione delle regole nella vita sociale, i valori della democrazia, l’esercizio dei diritti di cittadinanza.

Principi questi che, oltre a essere una premessa culturale indispensabile, si pongono come un sostegno operativo quotidiano.

L’educazione alla legalità, che come è utile ricordare, ebbe formale origine nel contesto storico 1992-93, in seguito a gravi eventi (quali le stragi di Capaci e via D’Amelio, gli attentati di Milano, Firenze, Roma) acquista ruolo fondamentale nella scuola che voglia confermare fortemente la propria visione educativa, intesa quale promotrice per l’acquisizione di una coscienza civile, e di una cultura del rispetto delle regole di convivenza sociale.

Una “Cultura della legalità” intesa come un orientamento al “saper vivere”, in cui gli alunni possano acquisire il senso di responsabilità civile e dei valori di giustizia, traducendoli concretamente nella vita quotidiana.

Un modello di vita che si esplichi, non solo come premessa culturale indispensabile, ma anche quale sostegno operativo quotidiano, è la premessa che ha delineato le linee guida del progetto legalità, promosso dal circolo didattico “Giuseppe Fava” di Mascalucia, guidato dal dirigente scolastico, professoressa Maria Gabriella Capodicasa, e che continua a essere presente, anche se attraverso la didattica a distanza, volendo dare segnale di vicinanza ai bambini.

Si tratta di un’ulteriore occasione per restare uniti, creando momenti di riflessione anche sui temi legati alla lotta contro la mafia e che, il 23 maggio, trovano ulteriore punto di riferimento nell’anniversario che ricorda la morte del giudice Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato, e dei poliziotti della scorta che vennero uccisi in un attentato 28 anni fa, definito “strage di Capaci”.

Evento commemorativo già promosso dal Ministero della Pubblica Istruzione, dalla fondazione “Falcone” e dalla polizia di Stato, attraverso la campagna “Palermo Chiama Italia”, che negli anni scorsi ha visto aderire gli alunni delle classi quinte della scuola Fava, partecipando a Palermo, insieme a migliaia di altri compagni giunti da tutta Italia, alle iniziative celebrative previste per il 23 maggio.

Quest’anno, sebbene impossibilitati di poter rinnovare tale appuntamento, a causa dei limiti della distanza sociale imposti dalla crisi pandemica, i bambini delle classi quinte della scuola Fava hanno voluto ugualmente omaggiare la figura di questo grande magistrato, così come quelle della moglie e dei rappresentanti delle forze, a lui vicini nel momento della strage, allestendo bellissimi cartelloni e disegni.

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In merito a questi ultimi, il principale modello figurativo è l’albero della legalità, in armonica sintonia al tema di riferimento proposto dalle insegnanti, e intitolato “coltiviamo la legalità”.

Un grido di speranza che fa eco alle parole di Paolo Borsellino: “Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo”.

Redatto in collaborazione con la dottoressa Francesca Passalacqua