Arriva il robot che fa la differenziata: il progetto dell’Università di Catania

Arriva il robot che fa la differenziata: il progetto dell’Università di Catania

CATANIA – Localizza, riconosce e classifica i rifiuti. Il robot che fa la differenziata autonomamente raccogliendo i rifiuti lasciati sul litorale sarà la ‘star’ della manifestazione Fai la differenza, promossa dall’Area della Terza Missione dell’Università di Catania nell’ambito del Festival dello Sviluppo sostenibile 2023. Domani mattina, giovedì 26 maggio, a partire dalle 10,30, studenti e docenti dell’ateneo saranno coinvolti in un “waste mob”, un’iniziativa di pulizia della spiaggia e del litorale della Playa e, in particolare, nell’area dell’ex Lido Università in viale Kennedy 27 Catania. Sarà fornita ai partecipanti, suddivisi in squadre, l’attrezzatura necessaria per raccogliere i rifiuti e premieremo coloro che saranno in grado di farlo nel modo più corretto con un premio simbolico

Ospite d’onore “BioBlu”: il robot che fa la differenziata

“Fuori concorso”, ovviamente, il prototipo del sistema robotico sviluppato dal Dipartimento di Ingegneria Elettrica Elettronica e Informatica dell’Università di Catania all’interno del progetto Interreg Italia-Malta “Bioblu”. Esso potrà infatti muoversi autonomamente sulla spiaggia, raccogliendo i rifiuti con il proprio ‘braccio’, dopo averli localizzati, riconosciuti e classificati, grazie all’uso di tecniche di intelligenza artificiale.

Le parole del prof. Giovanni Muscato, direttore del Dieei e responsabile scientifico del progetto

Il metodo innovativo consiste in un kit ad alta tecnologia e completamente automatico, basato su un processo di deep learning, che riconoscerà i rifiuti da remoto (tramite droni), ne consentirà la raccolta in modo robotizzato e ne faciliterà lo smaltimento in campane compattatrici in modo differenziato. Grazie all’analisi fisico-biologica dei rifiuti ne viene determinata la provenienza, mediante un sistema integrato di rilevamento delle correnti, e l’impatto che soprattutto le microplastiche hanno sulle faune al fine di valutarne la ricaduta sulla catena alimentare” spiega il prof. Giovanni Muscato, direttore del Dieei e responsabile scientifico del progetto.

Al progetto hanno preso parte anche Università di Messina – Dipartimento di Scienze chimiche, biologiche, farmaceutiche e ambientali (ente capofila), Ministero di Gozo – EcoGozoRegional Development Directorate, Comune di Milazzo e Università di Malta – Department of Communications and Computer Engineering.

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