Arrestato il medico che curava Matteo Messina Denaro: resta in carcere Bonafede

Arrestato il medico che curava Matteo Messina Denaro: resta in carcere Bonafede

TRAPANI – I carabinieri del Ros hanno arrestato Alfonso Tumbarello, medico di Campobello di Mazara, sospettato di aver fornito cure mediche a Matteo Messina Denaro durante il periodo in cui era latitante. Tumbarello è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e falsificazione ideologica.

Resta in carcere Andrea Bonafede

Resta dietro le sbarre Andrea Bonafede, il geometra accusato di aver prestato l’identità al capomafia. A confermare la sua permanenza in carcere è stato il tribunale del Riesame che ha respinto il ricorso presentato dalla difesa dell’indagato.

Il legale di Bonafede ha spiegato le ragioni che avrebbero spinto il suo assistito ad assecondare le richieste del boss: la motivazione principale – a detta sua – sarebbe stato il timore di eventuali ritorsioni. Tuttavia nonostante Bonafede non avrebbe mai ricevuto minacce dal capomafia. Si sarebbe trattato quindi di una sorta di timore reverenziale, inevitabile – a quanto pare – di fronte al passato criminale di Messina Denaro.

L’avvocato del geometra avrebbe spiegato che il boss e Bonafede si erano conosciuti da giovani e che si sarebbero rivisti solo due anni fa. Sembra che sia stato Matteo Messina Denaro a chiedere aiuto a Bonafede, che ha dichiarato di essere sempre stato al corrente dell’identità del boss.

Secondo il pm Piero Padova, che rappresenta l’accusa, la versione raccontata non sarebbe attendibile: non si spiega da cosa scaturirebbe la paura di possibili conseguenze considerando che il capomafia non ha mai avanzato minacce esplicite e che il boss, ormai malato, non detiene più lo stesso potere di un tempo.

Trovate carte d’identità false nel covo di Matteo Messina Denaro

Cinque carte d’identità, intestate a cittadini incensurati, sono state ritrovate nel primo nascondiglio di Matteo Messina Denaro, a Vicolo San Vito, e potrebbero essere state rubate.

Gli inquirenti sospettano che i documenti falsi siano stati presi durante due furti a Trapani nel 2015 e nel 2018, e che fossero tutte carte bianche. Successivamente, sarebbero state compilate con le informazioni dei cinque individui di Campobello di Mazara. La foto del boss e il timbro del Comune di Campobello sarebbero state aggiunte. Non è possibile che il capomafia abbia agito da solo per compiere operazioni così complesse, quindi si ritiene che ci sia la complicità di altre persone.

Matteo Messina Denaro dal carcere: “Sono arrabbiato per le notizie false, sono tutti malintesi”

Matteo Messina Denaro, detenuto nella prigione di massima sicurezza dell’Aquila sotto 41-bis, ha espresso la sua insoddisfazione verso fonti sanitarie e penitenziarie per le notizie diffuse ai telegiornali. “Sono incazzato, per le notizie che apprendo nei telegiornali“, ha dichiarato. A differenza dei primi giorni di detenzione, il boss ora presta attenzione ai programmi televisivi.

Le chat in cui impreca contro Falcone

Sono state scoperte delle chat in cui Matteo Messina Denaro imprecava contro le commemorazioni del magistrato Giovanni Falcone, ucciso il 23 maggio 1992 nella strage di Capaci.

Il boss era fortemente infastidito per essere rimasto bloccato nel traffico, a causa delle celebrazioni in memoria del giudice. Pertanto avrebbe deciso di lamentarsi con alcune pazienti conosciute durante la terapia oncologica.

E io qua sono bloccato con le quattro gomme a terra, cioè a terra nel senso non di bucate. Sull’asfalto. E non si muove per le commemorazioni di ‘sta m…chia“. Con queste parole lui avrebbe manifestato il suo inequivocabile fastidio.

Porco mondo“, ha imprecato in un messaggio, concludendo con “qua mi sono rotto i co.. di brutto“.

Le conversazioni del boss sono state anticipate al Corriere della Sera dalla trasmissione di Massimo Giletti “Non è l’Arena”, che su La7 ha fatto ascoltare alcuni messaggi vocali inviati da Messina Denaro a due amiche.

Il boss non avrebbe mai rivelato alle donne la sua vera identità, ma ha raccontato loro le sue preoccupazioni: “Mi sento abbandonato. Come un randagino con una gamba spezzata in mezzo a una pozzanghera durante questa notte di Natale. Tutto questo per me è lo squallido ‘avrei bisogno di affetto’. Ma è giusto elemosinare affetto?“.

In una delle chat il capomafia avrebbe raccontato di essere un imprenditore divorziato e di un desiderio espresso dalla madre: “C’è Anna, sarebbe la ragazza che sta assieme a mia madre. Ieri sera mi cerca, ha trovato un foglio scritto di pugno di mia madre. Si rivolge a me e dicendo che quando sarà morta, al suo funerale ma chi lo dice che io muoio dopo di lei, lei non lo sa questo ma lo so io, – commenta – vuole la banda musicale che deve suonare un unico motivo la marcia del kaiser quella che fanno a Vienna per il capodanno. E quindi ora vuole sta cosa, allora si deve fare perché le volontà delle persone si mantengono“.

Foto di repertorio