Ai domiciliari boss ergastolano La Rocca: scarcerato per gravi motivi di salute

Ai domiciliari boss ergastolano La Rocca: scarcerato per gravi motivi di salute

CAMPOBELLO DI LICATA – Scarcerato il boss ergastolano della Stidda di Campobello di Licata, Salvatore La Rocca. Lascerà il carcere di Spoleto, in cui era recluso, per scontare il resto della pena ai domiciliari. Si è disposto in tal senso a causa dei suoi gravi problemi di salute. Il provvedimento, emesso dalla Procura generale della Corte d’Appello di Palermo, è stato eseguito dai carabinieri.

Chi è il boss La Rocca

Salvatore La Rocca ha alle spalle un curriculum criminale importante: è una figura storica della Stidda agrigentina, protagonista della guerra di mafia che tra gli anni ottanta e novanta insanguinò l’intera Campobello di Licata.

Allo stato attuale La Rocca ha 82 anni ed era stato condannato all’ergastolo per ben 4 omicidi: di Giovanni Smiraglia, ucciso il 29 agosto 1989; di Giovanni Barba, ucciso il 12 aprile 1991 e di Vincenzo e Angelo Falsone, padre e fratello del capo di Cosa Nostra agrigentina Giuseppe Falsone, uccisi il 24 giugno 1991.

Guerra tra Cosa Nostra e Stidda

La guerra di mafia tra Cosa Nostra e Stidda seminò panico e morti sulle strade di Campobello di Licata. Fu una vera e propria strage, un’ecatombe di vittime innocenti.

A “sfidarsi”, da una parte c’era proprio La Rocca (a capo della Stidda) e dall’altra Giuseppe Falsone, detto “Ling Ling”, figlio di Vincenzo Falsone, capo mafioso della città per molti anni.

Vincenzo Falsone era legato a boss importanti come Claudio Morello, Carmelo Colletti e Giuseppe Di Caro.

Boss scarcerati e polemiche

Altri boss sono stati scarcerati in Sicilia, generando un vortice di infinite polemiche. In particolare, si ricorda il capo dell’emendamento Palermitano Francesco Mulè, finito recentemente al centro di un’operazione antimafia. Alcuni vizi formali e il difetto di motivazione l’avevano portato poi fuori dalle sbarre. 

Dopo la richiesta della Dda di Palermo di procedere nuovamente con la carcerazione, il gip ha espresso parere favorevole. Si è deciso in tal senso perché sembrerebbe che il quadro indiziario raccolto delineerebbe l’attivismo del soggetto: eserciterebbe ancora in modo attivo il suo ruolo di comando.

Boss Francesco Bonura

Non è, come detto, un episodio isolato. Anche il caso del boss Francesco Bonura, scarcerato su decisione del Tribunale di sorveglianza di Milano, ha fatto molto discutere.

Una scarcerazione legata a gravi motivi di salute: Bonura avrebbe avuto un cancro al colon e avrebbe subìto anche un’operazione. A questo si associò una ricaduta.