Anche questo 2016 è giunto al termine e diamo il benvenuto al 2017, nuovo anno dove si punterà a raggiungere ambiti traguardi per tutte le squadre professionistiche e dilettantistiche siciliane. Infatti, la Sicilia ha il merito di avere comunque almeno una squadra in Serie A, Serie B, Lega Pro e Serie D. Sorprese, ribaltamenti di fronte, cocenti delusioni e fortissime emozioni: ecco cosa è accaduto nell’anno appena trascorso.
SERIE A – Il Palermo di Maurizio Zamparini è rimasto a galla nonostante i milioni di problemi legati al rendimento in campionato, che stava compromettendo la permanenza in massima serie dei rosanero, e le chiacchiere da bar in merito ad una possibile cessione del club da parte del patron friulano. Nella scorsa stagione, 2015-16, il Palermo aprì il suo campionato al Barbera con una sconfitta in favore della Fiorentina per 1-3, chiudendo però il girone d’andata con una vittoria a Verona contro l’Hellas grazie ad una rete di Vazquez. La girandola di allenatori inizia proprio qui, dall’11 gennaio: Ballardini fuori e dentro Viviani, Schelotto, Tedesco, Bosi, nuovamente Iachini, poi Novellino ed infine l’ex Cagliari chiuse l’infernale giro d’allenatori. Sette allenatori cambiati in tutto il girone di ritorno, stagione senza dubbio travagliata. Qualche sorriso è arrivato però dal mercato di gennaio: il giovane Posavec e Nestorovski dall’Inter Zapresic (approdati poi in estate), Thiago Cionek e Nobert Balogh. Grande delusione quella di Cristante, che non ha lasciato un buon ricordo a Palermo. Tutto questo però è risultato di secondaria importanza, poiché i 14 punti in 19 partite sono bastati per raggiungere la salvezza. Decisiva la vittoria a Frosinone grazie a Gilardino e Trajkovski, oltre che, ovviamente, quella all’ultima giornata per 3-2 contro il già retrocesso Hellas Verona davanti ai sostenitori rosanero. Archiviata la stagione passata, arriviamo a quella attuale: in estate grandi movimenti. Ballardini confermato, Foschi nuovo ds: il “grande amico” di Zamparini, però, lascia l’incarico a Daniele Faggiano, scuotendo così anche l’ambiente trapanese. Squadra rivoluzionata: lasciano Vazquez, andato a Siviglia, Gilardino, trasferitosi ad Empoli, Stefano Sorrentino ed Enzo Maresca. Arrivano Diamanti, Bouy, Aleesami, Gazzi, Embalo, Sallai e Bruno Henrique. Ballardini però non riesce a lavorare bene e tronca definitivamente il rapporto con il Palermo, rescindendo il contratto. Al suo posto la promessa degli allenatori italiani Roberto De Zerbi, capace di sfiorare la B con il Foggia: in effetti, nonostante la sconfitta d’esordio in casa contro il Napoli, i rosanero cambiano pelle e, trascinati dal bomber Nestorovski, ottengono la prima vittoria alla quinta giornata, in trasferta sul campo dell’Atalanta. Poi un tracollo incredibile: il record di unica squadra di A imbattuta in trasferta cade a Roma, quattro giornate più tardi, dove i rosanero perdono 4-1. Viene sancito il record negativo di otto sconfitte consecutive in casa dall’inizio del campionato, mai successo prima. De Zerbi cade dopo la sconfitta in Coppa Italia ai rigori contro lo Spezia e al suo posto arriva Corini, che perde le prime due ma vince a Genova grazie ad un roboante 3-4 in rimonta sui rossoblu. Manca ancora l’appuntamento con la prima vittoria interna che stava arrivando fino al 92′ nel match contro il Pescara, che è riuscito a strappare un punto a tempo scaduto. Insomma, tirando le fila del discorso, il Palermo è terz’ultimo a quota 10 punti, pronto il 7 gennaio 2017 a sbancare il Castellani di Empoli per uno scontro diretto che, con un’ipotetica vittoria, ridurrebbe da 4 a 1 i punti di distanza dal primo posto utile per salvarsi. Lo scenario estivo è stato inoltre arricchito dalla ricerca di acquirenti per il club siciliano: prima una misteriosa cordata cinese si era fatta inizialmente avanti, poi si era parlato di Mike Piazza, Zamparini che aveva fatto affidamento su Tacopina, presidente del Venezia, per trovare un magnate americano: il nome era quello di Frank Cascio, tutto però poi si è arenato per alcuni accordi saltati. Da ricordare anche il recente caso Unicredit, che ha bloccato il fido alla squadra di Zamparini, decisione scaturita da un decreto ingiuntivo emesso dal Tas che ha imposto alla società rosanero una penale di 10 milioni di euro alla Pencil Hill in merito alla vicenda Dybala: il mercato di gennaio può essere a rischio. Si spera, quindi, in un 2017 decisamente più tranquillo, magari con Corini fino al termine della stagione e un acquirente in grado di risollevare le sorti del Palermo. Ecco la slide con i dati del 2016 rosanero:
SERIE B – Scendiamo di categoria per occuparci del Trapani. Allenati ancora da Serse Cosmi, i granata hanno fatto un girone di ritorno strepitoso chiudendo al terzo posto, infilando 8 vittorie consecutive, dalla 31/a alla 38/a, e 16 risultati utili di fila, dalla 27/a alla 42/a. La Serie A era davvero ad un passo e, dopo aver sconfitto lo Spezia nella semifinale playoff sia all’andata che al ritorno, il Pescara di Massimo Oddo ha rovinato la festa ai trapanesi che vennero piegati 2-0 all'”Adriatico”, mentre al “Provinciale” terminò 1-1. Tante le lacrime versate, soprattutto da Serse Cosmi (ricorderemo ancora a lungo il gesto di Oddo a fine partita, che prima di festeggiare si complimentò abbracciando il tecnico del Trapani). Una delusione che sta influendo notevolmente sulla stagione attuale della squadra: i granata sono ultimi a 13 punti, a -10 dalla salvezza diretta e -9 dai playout. Prima di riassumere brevemente il campionato, parliamo di un’estate che ha visto il passaggio di Faggiano dal Trapani al Palermo, con conseguente critica da parte dei tifosi: a sostituirlo è stato Pasquale Sensibile. Mercato da bocciare nonostante le permanenze di Bruno Petkovic, corteggiato anche dalla Juventus, e di Igor Coronado. Da segnalare anche gli arrivi di Caio De Cenco, Ferretti, Canotto, Nadarevic e Casasola. Partenze decisive quelle di Nicolas, Torregrossa, Scognamiglio, Perticone e Basso. Guerrieri non è stato, finora, all’altezza e le pessime prestazioni della squadra sono costate la panchina a Cosmi, sostituito da Alessandro Calori. Con il suo avvento è arrivato a Trapani anche Fabrizio Salvatori, che ha preso il posto di Sensibile: negativa la sua parentesi in granata. Una sola vittoria in questo campionato finora, 9 pareggi e 10 sconfitte: troppe brutte figure, dislivello abissale dall’estate trascorsa. Un 2016 che ha dato il dolce e l’amaro al Trapani: adesso lunga pausa e ritorno il 21 gennaio, in casa contro il Novara per dare il via ad un anno in cui nessun errore è concesso. Ecco la slide del 2016 granata:
LEGA PRO – CATANIA Le quattro squadre siciliane del Girone C, Catania, Messina, Akragas e Siracusa, stanno svolgendo dei percorsi differenti, viste anche le scelte di mercato attuate. Il Catania, alla guida di Francesco Moriero, è riuscito a salvarsi senza passare dai playout grazie alla vittoria all’ultima giornata per 2-1 contro l’Andria, concludendo la stagione a 39 punti. Riflettori puntati sugli etnei che, dopo lo scandalo “Treni del Goal” e tante delusioni, prese in giro e via dicendo, si sono ritrovati “tra le mani” Pietro Lo Monaco, storico amministratore delegato del Catania. A lui il compito, insieme con Davide Franco, di risanare i debiti e i problemi finanziari dei rossazzurri: 2016 di ritorni con l’arrivo di Biagianti e Paolucci su tutti, in generale però un mercato mirato con tanti acquisti in ogni reparto: Pisseri, Gil, Djordjevic, Bucolo, Fornito, Mazzarani (arrivato ad ottobre), Anastasi. Travagliata la cessione di Rosina al Bari, insistente per ottenere la buonuscita. Resta Di Grazia dopo il prestito all’Akragas, approdano anche giovani come Nava, Silva, De Santis, Piscitella e Mbodj, ques’ultimo messosi in mostra nel match interno contro l’Andria. A partire, invece, sono stati quasi tutti i calciatori della stagione passata, quindi Nunzella, Liverani, Pelagatti, Garufo, Bastianoni, Ferrario, Agazzi, Plasmati, Lupoli, Bacchetti, Castiglia, Calderini, Bombagi, Falcone e Rossetti. Si è parlato a lungo anche della trattativa con José Vergara, il magnate messicano che era interessato all’acquisizione di Torre del Grifo e del Catania, forse più al primo lotto che al secondo: il primo luglio fu una semplice toccata e fuga. Campionato partito con un pesante -7, sei punti inflitti per il “Caso Castro”. Tra pareggi esterni, polemiche, come il furto subito dai calciatori etnei a Reggio Calabria e l’episodio nel derby al “De Simone” contro il Siracusa e botta e risposta tra Cutrufo e Lo Monaco, ed eliminazione dalla Coppa Italia Lega Pro per mano del Messina, il Catania fino ad un mese fa era la miglior difesa d’Italia, meglio di qualunque altro nei campionati professionistici. Grazie ad un Pisseri prodigioso, miglior acquisto per distacco del “Lo Monaco bis”, e ad una squadra in crescita, i rossazzurri hanno trovato un equilibrio in zona playoff, nonostante ci siano tantissime incertezze in trasferta, dove il Catania non convince ancora. Il 2016 lascia un ricordo non proprio indelebile: da cancellare la prima parte, con la conclusione del campionato 2015-16, un po’ meglio nella seconda parte con l’arrivo di Rigoli: il “Massimino” è infatti tornato un fortino per la squadra, in qualche partita (come ad esempio contro Catanzaro, Monopoli o Cosenza) si sono viste le vere potenzialità della squadra. Bisogna però migliorare e per farlo c’è bisogno di stupire, convincere e raggiungere il miglior piazzamento possibile visti anche gli ultimi 180′ minuti contro Juve Stabia e Fidelis Andria che non hanno certo favorito una buona chiusura d’anno e non hanno aumentato l’entusiasmo attorno alla squadra. Inoltre, uno spazio ai tifosi: alcune righe vanno dedicate alla decisione del gruppo ultras “A sostegno di una fede” che ha deciso di chiudere il sipario e sciogliersi per “salvare tutto ciò che di grande abbiamo costruito. Siamo abituati a lottare con lealtà e davanti a certi metodi abbiamo il dovere di non abbassare il nostro livello, il nostro stile, la nostra etica. Non meritiamo questa inutile repressione, questi controlli, questi divieti, questa demonizzazione, queste strumentalizzazioni, questo isolamento. Continue ed estenuanti battaglie per un megafono in curva, per uno striscione commemorativo o di contestazione, per un corteo pacifico. Siamo insomma esausti dei soprusi e delle angherie di chi approfitta del nostro credo, della nostra fede e della nostra coerenza”. Un pensiero va anche a Francesco Famoso, storico ultras rossazzurro che si è recentemente ammalato: per tale ragione, 50 tifosi etnei hanno rinunciato alla trasferta di Castellammare. A lui un grande abbraccio con l’augurio di potersi rimettere in sesto quanto prima. Il 2017 dovrà essere l’anno di svolta per poter godere di tempi migliori: le potenzialità ci sono, soltanto al termine della stagione trarremo delle conclusioni. Ecco la slide del 2016 rossazzurro:
LEGA PRO – MESSINA, AKRAGAS E SIRACUSA Destini differenti per le altre tre squadre siciliane del Gruppo C di Lega Pro. A maggio 2016 Messina e Akragas, con in panchina Raffaele Di Napoli e Pino Rigoli, ottenevano una salvezza tranquilla, mentre il Siracusa festeggiava la promozione nei professionisti dopo aver vinto il campionato di Serie D. Andrea Sottil rimase al timone della barca aretusea, mentre peloritani e akragantini cambiarono guida tecnica: per i primi salì in cattedra Valerio Bertotto, per i secondi Raffaele Di Napoli. Bufera in casa Messina nell’agosto scorso: dopo il ritiro di Fiuggi, Bertotto insieme con il dg Villari ed il ds Tosto si dimettono per problemi legati al mercato. Un ritiro complicato anche per l’Akragas, che prima aveva scelto Torre del Grifo, negata poi dall’ad del Catania Lo Monaco. Alla fine, il pre-campionato è stato svolto all'”Esseneto”, stadio di casa. Il Siracusa, in estate, cambiò la propria denominazione ed il proprio presidente: da Zannitti si passò a Gaetano Cutrufo. In Sicilia sono arrivati calciatori importanti: i portieri Pane all’Akragas, Santurro al Siracusa e Russo al Messina; i difensori Carillo, Riggio, Zanini (Akragas), Turati, Sciannamé, Brumat (Siracusa), Rea, Maccarrone e Palumbo (Messina); i centrocampisti Carrotta, Pezzella, Salvemini (Akragas), Valente, Toscano, De Vita (Siracusa), Foresta, Milinkovic, Musacci, Capua e Akrapovic (Messina) e gli attaccanti Cocuzza, Gomez (Akragas), Scardina, Cassini (Siracusa), Ferri, Pozzebon e Madonia (Messina). Esonero soltanto per Salvatore Marra, che sulla panchina messinese non ha convinto: al suo posto Cristian Lucarelli. Dall’arrivo dell’ex Livorno, il Messina non ha perso un match in casa ma naviga in bassa classifica: zona playout a 21 punti, uno in più dell’Akragas che ha iniziato bene il suo girone di ritorno, vincendo 1-0 a Vibo Valentia, e ha gioito enormemente per la vittoria al “Massimino” al 90′ sul Catania alla quinta giornata, ma le ultime sfide interne hanno sancito tre sconfitte, l’ultima giovedì scorso contro il Lecce. I tifosi delle due squadre comunque si aspettano qualcosa in più, vogliosi di un cammino più tranquillo. Chi invece deve incorniciare il suo 2016 è il Siracusa: come dicevamo inizialmente, Sottil & Co. hanno ottenuto la promozione in Lega Pro e adesso viaggiano a ritmo spedito: 3 derby su 4 vinti e squadra in assoluta crescita, nonostante a Francavilla Fontana e Foggia siano arrivate due pesanti sconfitte per 3-1 e 3-0. Non c’è più, tra le fila aretusee, Davide Baiocco: l’ex Catania e Akragas ha infatti firmato con il Palazzolo a dicembre, in Eccellenza Sicilia, squadra di proprietà dei Cutrufo. Il calciatore non sentiva più la fiducia di Sottil. In linea di massima, il Siracusa si auspica un 2017 che ripeta i fasti dell’anno trascorso, mentre Messina e Akragas vogliono regalare maggiori soddisfazioni ai loro tifosi lasciandosi alle spalle un anno non proprio da buttare ma da migliorare. Ecco la slide del 2016 messinese, akragantino e siracusano:
SERIE D – Una Serie D arrivata proprio nel 2016 per quattro squadre siciliane su cinque: infatti, dai due gironi di Eccellenza Sicilia, sono state promosse Gela, Sancataldese (Girone A), Igea Virtus e Sicula Leonzio (Girone B). Si parla di un doppio salto, dalla Promozione alla D, per Leonzio e Gela, mentre è finalmente arrivata la promozione per messinesi e nisseni. Anno da incorniciare per le quattro compagini sicule, decisamente meno per il Due Torri, settimo in D nella stagione 2015-16 e adesso sull’orlo del fallimento senza oneri e onori. Gela e Igea Virtus prime nei gironi d’Eccellenza, Leonzio passata grazie ai playoff nazionali con le vittorie su Troina (3-1) e Acireale in finale (1-0), Sancataldese ripescata. Mercato oculato per tutte e quattro le squadre, mentre già in estate il Due Torri iniziava ad avere diversi problemi economici: i risultati? Abbiamo analizzato il cammino delle squadre in D ed è bene ripetere le cose essenziali. L’Igea Virtus si sta dimostrando la migliore compagine del Girone I, a discapito della Cavese partita come favorita. Segue la Leonzio, terza insieme con il Rende e che ha visto un inatteso cambio in panchina (Catania ha fatto spazio a Francesco Cozza), e il Gela a ridosso della zona playoff, a un punto dal Pomigliano. A metà classifica invece la Sancataldese, decima assieme alla Palmese con 23 punti, frutto di 6 vittorie, 5 pareggi e 6 sconfitte. Decisamente male invece il Due Torri, partito con 7 punti di penalizzazione e destinato ad essere radiato senza presentarsi ai prossimi quattro incontri, “tattica” utilizzata già ad Aversa nell’ultima giornata di campionato. Il destino della squadra biancorossa, infatti, era nelle mani del nuovo presidente Di Bartolo che, però, si è sentito preso in giro dall’amministrazione Comunale di Piraino con tanto di accordi saltati e promesse non mantenute. Il 2016, quindi, sarà probabilmente l’ultimo anno del Due Torri, mentre è da incorniciare per tutte le altre, stabilmente in alto o comunque in calme acque dove poter galleggiare. Più di tutti Igea Virtus e Sicula Leonzio: i primi per i risultati mostrati in campionato, i secondi per essersi fatti conoscere da tutta Italia poiché durante le prime sei giornate il portiere Christian Biondi abbassò la saracinesca mantenendo la porta inviolata e portando qualche prezioso punto in casa Leonzio. L’augurio per il 2017 è quello di andare ancora meglio di così, puntare ancora più in alto, mentre per il Due Torri auspichiamo che i problemi vengano risolti o, quanto meno, che la squadra abbia la fine che merita e, senza dubbio, questa non è affatto una meritevole “chiusura di sipario”.