AGRIGENTO – L’associazione culturale Teatri di Pietra Sicilia si appresta a concludere la sua programmazione in alcuni dei dieci siti siciliani che hanno contribuito ad esaltare, in questi mesi, il patrimonio storico e artistico delle nostre terre attraverso spettacoli dal vivo in grado di entusiasmare il maggior numero di turisti e coinvolgere un pubblico eterogeneo con l’obiettivo di rimettere in gioco un’identità storico culturale che nell’epoca contemporanea sembra ormai appannaggio di pochi.
Nell’area archeologica Eraclea Minoa a Cattolica Eraclea domani, 12 agosto alle ore 21.15, verrà celebrata l’ultima replica di “Quando Elektra Muore”, opera in quattro quadri tratta da Hugo Von Hofmannstahl, con firma regia e drammaturgia di Manuel Giliberti.
La scelta di rivisitare un’opera come l’Elektra non è causale, poiché le passioni della protagonista si muovono attraverso i labili confini della psiche umana, tanto indagati negli studi di Freud e Breuer, e che nella società odierna appaiono ancora di enorme attualità. I simboli ossessivi del sogno e la loro interpretazione, il rapporto edipico, la tentazione incestuosa tra le due sorelle, la vendetta attraverso l’assassinio rituale , la segregazione fisica e mentale vengono alla ribalta entro un cortile di palazzo in cui oscure prigioni e polvere diventano custodi di segreti e colpe impossibili da espiare.
La morte di Elektra, la sfortunata figlia di Agamennone spinta dal desiderio di vendetta, è il finale tragico di un’opera tutta da gustare nei suoi ritmi convulsi e in quelle spirali di follia dionisiaca in grado di coinvolgere ogni spettatore.
Inoltre domani, alla stessa ora, un altro spettacolo di Teatri di Pietra Sicilia allieterà invece il pubblico trapanese presso le Cave di Cusa di Campobello di Mazara (cave di pietra in uso fino al IV secolo a.C. da cui venne estratto il materiale per le costruzioni di Selinunte) che ospiteranno lo spettacolo di danza “Anemos” del coreografo Muvula Sungani.
Il viaggio fantastico, onirico e multietnico, è al centro di questa nuova opera del coreografo italo- africano. L’intento è quello di costruire un percorso in cui si incontrano diverse culture miscelando la physical dance con le danze popolari e le danze africane. Tutto questo attraverso un tuffo nel mito che dalla Magna Grecia, ovvero il sud Italia con i suoi ritmi e le sue tradizioni, si tuffa nel Mediterraneo e raggiunge le spiagge di altri continenti, in un cammino che diventa un viaggio al centro del proprio Io, verso quell’universo sterminato e labirintico che è la nostra coscienza, l’unica ad avere la chiave di volta per muoversi nel travagliato percorso terreno e individuale.
Un viaggio in cui la musica sarà l’altra vera protagonista di uno spettacolo in cui ogni musica avrà una sua danza, ed ogni danza un suo significato.
La replica dello spettacolo sarà il 13 agosto al Castello di Castellammare del Golfo e il 14 agosto al Teatro Akrai di Palazzolo Acreide.
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