Referendum, in Sicilia schiaffi a Renzi: Catania la più ostica

Alla fine in Sicilia ha vinto il “No”, così come in altre regioni, fatta eccezione per il Trentino Alto Adige, la Toscana e l’Emilia Romagna. Un risultato che non porterà, dunque, alcun cambiamento, almeno fino a quando non si deciderà chi prenderà il posto dell’attuale presidente del consiglio: Matteo Renzi, infatti, oggi pomeriggio rassegnerà le proprie dimissioni.

Questo perché l’esito finale del referendum, che ha visto presentarsi alle urne il 68,48% degli aventi diritto, lo ha visto uscire sconfitto e, lui, non poteva che ammetterlo. Certamente questo non cambierà le sue idee, ma si potrebbe parlare di una vera e propria disfatta.

Dati alla mano, infatti, il “No” ha vinto con il 59,95% dei voti. Nello specifico, in Sicilia i pareri sfavorevoli hanno rappresentato il 71,58% di coloro che si sono presentati alle urne. Ma andiamo a vedere i dettagli.

A “sbancare” è il 74,56% registrato a Catania: a votare sì è stato solo il 28,25%. Numeri impressionanti. Percentuale altissima e contraria anche a Palermo: nel capoluogo di regione il 72,47% si è opposto alla riforma.

A Caltanissetta il “No” ha prevalso sul “Sì” con il 71,14% dei voti. Più bassa la percentuale a Enna, dove ad apporre la croce sull’opinione contraria sono stati in 51.673 (67,35%). 

Schiacciante l’esito negativo anche ad Agrigento, con il 70,3%. Altrettanto a Siracusa, dove ad opporsi alla riforma è stato ben il 71,75% dei votanti. Basse le preferenze favorevoli anche a Messina, dove solo il 30,45% ha cercato la strada del cambiamento.

“Sì” in minoranza anche a Ragusa con appena il 31,74%. Ancor peggio a Trapani, dove i vogliosi di cambiare sono stati rappresentati da appena il 30,21% dei votanti.