Ecco il profilo biografico di Sergio Mattarella

Ecco il profilo biografico di Sergio Mattarella

SICILIA – A Montecitorio non lo conoscono bene ma sicuramente in molti si ricordano del suo temperamento e del suo coraggio nel decidere di spogliarsi di ogni carica nell’esatto istante in cui la legge e il rispetto etico morale del paese venivano messi in discussione.

Il settantaquattrenne Sergio Mattarella nasce a Palermo nel 1941 figlio del ministro, deputato e potente democristiano siciliano, Bernardo.

Le orme del padre furono seguite dal fratello Piersanti, che in un tempo rapidissimo è riuscito a diventare presidente della Regione siciliana. Mentre lui, Sergio Mattarella voleva semplicemente fare il professore di diritto pubblico, lontano dalle telecamere, dal virtuosismo parossistico di una certa politica di tendenza.

Qualcosa, però, cambiò quando Cosa Nostra il 6 gennaio del 1980 gli sottrasse uno degli affetti più cari, il fratello Piersanti che morì tra le sue braccia ucciso da un colpo di pistola per non aver voluto chinare il capo alle regole imposte dalla “bestia nera” della sua terra.

Da quel momento Mattarella capì che doveva scendere in campo, doveva entrare in politica per farla pagare a chi aveva ordinato qull’assassinio.

Fu così che, incline per tradizione familiare alla corrente morotea della Democrazia Cristiana, tre anni dopo fu eletto alla Camera dei Deputati nella circoscrizione della Sicilia Occidentale e l’anno dopo De Mita – diventato segretario – scelse proprio lui per un compito assai arduo: doveva bonificare la Dc di Lima e Ciancimino.

La risposta di Mattarella non si fece attendere e quando si trattò di scegliere il nuovo sindaco di Palermo riuscì a far eleggere un giovane professore che era stato tra i consiglieri del fratello: Leoluca Orlando.

Poi De Mita lo chiamò di nuovo a Roma quando divenne presidente del consiglio per eleggerlo Ministro dei rapporti col Parlamento. Poi Andreotti lo nominò alla Pubblica Istruzione, ma Mattarella si dimise dall’incarico insieme ad altri ministri della corrente di sinistra della Dc per protestare contro la fiducia posta dal governo sul disegno di legge Mammì, quella che venne soprannominata sarcasticamente legge Polaroid che sanava definitivamente le tre reti televisive di Silvio Berlusconi.

Quando si dovette riscrivere la legge elettorale per adeguarla all’esito del referendum di Mario Segni si pensò ancora una volta a Mattarella e da qui nacque quell’incastro tra collegi uninominali e quote proporzionali che il politologo Giovanni Sartori chiamò Mattarellum in nome di colui che la sottoscrisse.

Nel caos delle inchieste di Tangentopoli fu proprio quella legge da lui firmata a decretare la fine del suo partito, la DC. Ma Mattarella non venne travolto dal ciclone, rimase illeso e fu uno dei pochi superstiti della Prima Repubblica con piena assoluzione da un’unica e banale accusa di aver ricevuto 50 milioni di lire e dei buoni benzina.

Nel Partito popolare che prende il posto della Dc, Mattarella fu uno degli oppositori della linea filo-berlusconiana di Buttiglione che, a suo dire, avrebbe distrutto il partito. Fu anche uno dei sottoscrittori della candidatura a premier di Romano Prodi, schierando il partito con il centro-sinistra. Poi vennero l’Ulivo, la Margherita e infine il Partito democratico, del quale Mattarella scrisse (con Pietro Scoppola e altri quattro) il manifesto fondativo.

Fu Massimo D’Alema a farlo tornare al governo come vice presidente del Ppi. Poi divenne ministro della Difesa. E lui realizzò l’impresa che non era riuscita a nessuno dei suoi predecessori: l’abolizione della naja, il servizio militare obbligatorio.

Restò anche con il governo Amato, poi lasciò e, nel 2008, al Parlamento.

Quattro anni fa proprio qui si ricordarono di lui quando bisognava trovare il nome di un giudice costituzionale che avesse un ampio consenso. E Mattarella fu eletto il 5 ottobre 2011.
Dopo tre anni e quattro mesi, il suo nome torna nuovamente alla ribalta.

Sarà l’uomo dai toni dimessi, dalla voce bassa, amante dell’equilibrio ma fiero e coraggioso portatore delle sue idee a salire al colle?