Olio d’oliva tunisino sul mercato senza pagare dazio, M5S: “Lo Stato non ci tutela”

SICILIA – La tutela dei prodotti DOC e DOP nonché delle specialità enogastronomiche nazionali, è per l’Italia una sicura fonte di introiti e, come tale, viene in genere regolamentata da precise norme legali. Tale affermazione però, almeno a parere dell’europarlamentare 5 stelle Ignazio Currao, non risponde a verità; pietra dello scandalo stavolta è l’olio d’oliva.

Il peso di questa dichiarazione verrebbe in qualche modo consolidato da un dato di mercato: nel nostro paese quest’anno sono state introdotte e commercializzate circa 70 mila tonnellate di olio tunisino. Sostiene infatti Ignazio Currao: “Altro che IGP e tutela dell’olio italiano… I parlamentari europei italiani dei partiti di maggioranza hanno un’idea ben diversa del made in Italy avallando l’ingresso di 70.000 tonnellate di olio tunisino nel nostro paese“.

A rendere ancora più complessa la faccenda sarebbe poi l’idea di proporre in Europa alcuni emendamenti (ad esempio quelli di parere della commissione AGRI sulla relazione della commissione INTA Commercio Internazionale) circa queste eccellenze alimentari che finirebbero per facilitare l’introduzione di olio di provenienza straniera sul nostro mercato. Afferma ancora Ignazio Currao: “Gli emendamenti di parere all’importazione senza dazio di olio tunisino mostrano come i partiti di maggioranza stiano avallando una enorme mazzata per i nostri produttori”.

A tali proposte, sulla cui eventuale conferma o bocciatura in sede europea nulla si saprà prima del prossimo 11 gennaio, intende opporsi con forza il Movimento 5 Stelle: “Per quanto attiene a tale votazione sul parere, viene dal M5S la richiesta di respingere la proposta della Commissione Europea per l’importazione extra di olio tunisino (emendamento n.7). Richieste analoghe sono presentate solo da eurodeputati della GUE e dell’Europa delle Nazioni In commissione agricoltura, a parte i portavoce del M5S rappresentati dal relatore ombra Marco Zullo, gli italiani del S&D e PPE (centrosinistra e centrodestra; praticamente l’attuale coalizione di governo) non hanno chiesto di respingere l’importazione extra di olio tunisino. Con l’emendamento n.30, tanto per provare a salvare la faccia, vorrebbero dimezzare il quantitativo. L’impegno del M5S è quello di salvaguardare i produttori dell’olio d’oliva italiani chiedendo che siano effettuate valutazioni d’impatto sul mercato e produttori a livello regionale, se non locale, dato che è stato fatta solo una valutazione d’impatto a livello europeo. Chiediamo controlli mensili sulle quantità e qualità, non annuali. Dal punto di vista politico la scusa utilizzata per far ingoiare la medicina amara è che l’accordo durerà solo per due anni. Un tempo che gli agricoltori siciliani non hanno e che gli è stato rubato dall’incapacità politico/amministrativa/rappresentativa del governo PD/NCD/FI. Se ne ricorderanno gli agricoltori italiani prima di andare a votare“.

Una simile proposta di legge, non è difficile intuirlo, potrebbe incidere parecchio sull’economia italiana e, in larga misura, su quella siciliana. Purtroppo però sino al prossimo gennaio non sarà possibile conoscere la sorte dei nostri produttori di olio d’oliva.