LICATA – “Non ho chiuso occhio. Sono provato. Al ministro dell’Interno Angelino Alfano chiederò, così come è stato fino ad ora, la vicinanza dello Stato, della Prefettura di Agrigento e delle istituzioni tutte. Non si può mandare allo sbaraglio un sindaco in questa maniera. Il problema dell’abusivismo edilizio riguarda tutta la nazione, non certamente soltanto Licata”.
È un fiume in piena Angelo Cambiano, 34 anni, sindaco di Licata eletto da circa 9 mesi e bersaglio ieri sera di una chiara intimidazione: qualcuno ha incendiato la casa di campagna, in contrada Stretto, intestata al padre ma utilizzata da tutta la famiglia.
“Chiederò al ministro Alfano – ha aggiunto Cambiano – di far intervenire il genio militare. Io vengo additato come il sindaco demolitore e dopo questo episodio ho paura per la mia incolumità e per quella della mia famiglia”.
“Si ho paura adesso. Lo ammetto. Ma Non mollerò la battaglia per un solo istante. Tra qualche mese nascerà mio figlio. Cosa gli racconterò? Che suo padre è fuggito? Non penso proprio. Di certo posso dire che al di là dello Stato, che mi è stato vicino in questi mesi, nessuno è stato al mio fianco. La politica mi ha abbandonato”.
E poi chiosa: “Farò una riflessione. I prossimi 5 o 6 giorni rifletterò. Non voglio essere un eroe. Ringraziando il cielo ho tutto. Se servire i propri territori significa rischiare la vita giornalmente, non ci sto”.
Il sindaco, lo ricordiamo, è al centro di attacchi per la decisione di demolire le case abusive.