SICILIA – “Montante deve restare al suo posto, deve continuare nel suo ruolo. Gode della fiducia di tutto il sistema confindustriale per la sua storia che non può essere scalfita dalla scarsissima credibilità di soggetti, di pseudo-pentiti interessati solo a delegittimare”.
Il vicepresidente di Confindustria Ivan lo Bello, sul Corriere della Sera, torna così sulle indiscrezioni di stampa che vorrebbero il presidente di Confindustria Sicilia indagato per fatti di mafia. L’inchiesta sarebbe nelle mani della procura di Caltanissetta ma allo stato è tutto top secret.
Imbarazzo? “Assolutamente no”, risponde Lo Bello. “E siamo tutti su questa linea. In questi anni si è parlato sempre di Montante e Lo Bello, ma la verità è che siamo in tanti. Persone che hanno avuto lo stesso ruolo. Abbiamo condiviso tutto, strategie e ansie. Per questo il sospetto insinuato è incredibile”.
E aggiunge “Resta purtroppo infido e rischioso il contesto di uno scontro fortissimo scattato tra i giovani di Confindustria capeggiati da Montante, decisi a mettere in crisi il vecchio cartello nisseno in rapporto con le cosche, e i notabili del tempo, oggi attivi sul fronte della delegittimazione”.
Secondo Lo Bello “è impensabile poter credere che un signore come di Francesco, persona di fiducia di quel blocco, possa dire qualcosa di buono nei confronti di Antonello Montante”.
Sulla vicenda sono intervenuti anche i rappresentanti di Addiopizzo Catania con una nota in cui affermano: “Apprendiamo con preoccupazione della presunta indagine a carico di uno dei membri del neo nominato Direttivo dell’Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati e Confiscati, Antonello Montante” e aggiungono “nell’attesa di ulteriori sviluppi e certi che il Presidente di Confindustria Sicilia potrà difendersi nelle opportune sedi, siamo altrettanto sicuri che l’Agenzia vorrà prendere i più opportuni provvedimenti al fine di assicurare la massima prudenza e trasparenza nella scelta di chi, seppure indirettamente, deve gestire, senza ombre, in nome e per conto dello Stato e di tutti i cittadini, beni e aziende confiscate alla criminalità organizzata”.
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