Alfano: “Non c’è alcuna prova che tra i migranti ci siano jihadisti”

ROMA – Il continuo scarico di “merce umana” sulle coste siciliane, organizzato da gruppi militari libici (di cui avevamo già parlato nell‘articolo di ieri) ha destato non poche preoccupazioni fra la gente.

Timori scaturiti da possibili infiltrazioni da parte del califfato Isis che, secondo le preoccupazioni dei cittadini, riuscirebbe così ad introdurre in Italia alcune cellule dell’organizzazione.

Nonostante non si abbia ancora la certezza di tale associazione, per evidente mancanza di prove tangibili, è per lo meno plausibile pensare che il gruppo terroristico abbia le “mani in pasta” su un tipo di “affare” che, secondo le intercettazioni telefoniche, porterebbe nelle casse dei gruppi armati svariate migliaia di dollari.

In merito alla questione, nella giornata di ieri, è intervenuto il ministro dell’Interno, Angelino Alfano.

Fino ad ora tra i migranti sbarcati non c’è alcuna prova che ci fossero terroristi jihadisti – ha detto il ministro -, ma nessuno può escluderlo e perciò facciamo controlli molto severi all’ingresso e non c’è alcuna sottovalutazione in questo ambito

Le parole del ministro sembrerebbero gettare acqua su un fuoco acceso dalla Dda di Palermo che, oltre ad aver aperto un’indagine su un’ipotetica “tratta di esseri umani” (ipotesi assolutamente plausibile, stando alle dichiarazioni degli stessi migranti), ha inevitabilmente suscitato un preoccupante allarmismo, legato alle possibili infiltrazioni terroristiche.

Tuttavia, la stessa Dda palermitana ha voluto precisare che l’indagine è stata aperta “non sui terroristi che partono dalla Libia, ma su chi organizza il traffico dei migranti“.

È evidente come, sia da Roma che da Palermo, ci sia l’intenzione di evitare inutili e falsi allarmi, anche se la paura del popolo italiano è ormai evidente. Un problema assolutamente da non sottovalutare, soprattutto dopo l’attacco al museo tunisino, firmato Isis.