AGRIGENTO – I genitori del piccolo Marco Castelli chiedono giustizia per la morte del piccolo di 7 anni, avvenuta a seguito di un incidente stradale nel 2018 durante le vacanze in Sicilia.
La famiglia Castelli denuncia la possibilità che il processo finisca in prescrizione a causa dei continui ritardi e degli spostamenti delle udienze. Gli incontri che erano stati fissati per ottobre e novembre, infatti, sarebbero stati spostati a marzo, così i responsabili del decesso del piccolo Marco potrebbero rimanere impuniti.
Inoltre, denuncia il padre Gualtiero Castelli, l’ultima perizia sulla dinamica dell’incidente sarebbe stata depositata in tribunale solo a settembre del 2019, evidenziando un ritardo nella presentazione di documenti fondamentali.
Durante l’estate 2018 la famiglia Castelli si trovava in vacanza in Sicilia per trascorrere del tempo con la famiglia di Antonella Lombarso (la madre della piccola vittima) residente a Partanna. Il 15 agosto di due anni fa, il viaggio in macchina sulla strada che collega Menfi a Sciacca si è trasformato in un vero e proprio incubo per l’intera famiglia.
Pare che alla base del violento impatto con la Ford Mondeo che travolse la Nissan su cui viaggiavano i Castelli ci sarebbe stato un mancato rispetto di uno stop o di una precedenza. Le condizioni del piccolo Marco apparvero da subito molto gravi, tanto da necessitare il trasporto in elicottero all’ospedale di Palermo dove, nonostante un delicato intervento chirurgico, il bambino cessò di vivere.
Nel febbraio del 2019 il pubblico ministero del Tribunale di Sciacca (Agrigento), Christian Del Turco iscrisse 6 persone nel registro degli indagati con l’ipotesi di reato di omicidio stradale: P. B., 37 anni, conducente della Ford Mondeo, che non avrebbe dato la precedenza alla Nissan Qashai guidata dal padre del bimbo; V. G., 63 anni, responsabile del servizio Manutenzione del Comune di Menfi; E. B., 64 anni, funzionario del settore Lavori pubblici del Comune di Menfi; E. S., 59 anni, tecnico dello stesso ente; F. N., 56 anni, dirigente del Libero consorzio dei comuni e G. P., 58 anni, capo cantoniere provinciale.
Il piccolo Marco, infatti, sarebbe stato trafitto da un palo staccato da un cavalcavia.
Immagine di repertorio
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