TRAPANI – Il circuito “Teatri di pietra” proporrà agli spettatori, a partire da oggi 4 agosto, due spettacoli di grande interesse. Il Castello arabo – normanno di Castellammare del Golfo farà infatti da preziosa cornice ad “Incanto Scantu“, singolare rappresentazione nata dall’estro creativo di Petrokos Usaja che ha saputo ben amalgamare spunti e racconti suggeriti dalle penne di Franco Soldati, Ovidio e Mircea Eliade.
Troneggeranno sul palco, da considerarsi a tutti gli effetti un non luogo, delle statue dalle sembianze femminili, due donne, un musicista ed altri astanti il cui ruolo sulla scena sembra essere stato svuotato da ogni significato. Ciascuno di essi non rappresenta altro che la discutibile abilità dell’uomo moderno di perdersi in un universo di astrazioni che poco o nulla ha a che vedere con la realtà (rappresentata in scena da un laghetto). Per l’autore di “Incanto Scantu” l’unico modo per riappropriarsi della propria individualità consiste nel ritorno al mito, all’ancestrale, alla scoperta di un comune background culturale. Per far ciò, inutile puntualizzarlo, bisogna affidarsi alla musica e al linguaggio arcaico: “Con le parole puoi uccidere o anche salvare, puoi comunicare o evocare formule magiche, a patto che le parole poi svaniscano, che tornino a essere suono” diceva non a caso Franco Scaldati. Lo spettacolo verrà poi replicato il 7 agosto a Morgantina, il 13 agosto al Teatro Akrai di Palazzolo Acreide, il 18 agosto a Eraclea Minoa e il 19 agosto al Tempio Hera di Selinunte.
Ancora quella di oggi 4 agosto è la data fissata dagli organizzatori della rete “Teatri di pietra” per mettere in scena, stavolta nel Giardino della Kolymbetra di Agrigento, lo spettacolo di danza ideato da Giovanna Amarù: “Canto scuro“. L’opera, la prima delle tre che dovranno in futuro comporre la cosiddetta “Trilogia della luce“, si articola intorno ai temi del nome, del volto e del tempo. Traendo spunto dalla vicenda di Elettra, donna che appunto nel nome racchiude già i caratteri salienti del suo destino, l’autrice giocherà sul complesso rapporto che lega e al contempo oppone luce e lutto, vita e ricordo, divenire e passato. È proprio Giovanna Amarù a far chiarezza sul senso profondo del suo “Canto Scuru“: “Ho voluto intendere infine questo ‘Canto Scuro’ come corto circuito dell’esistenza, come energia svincolata, non servile in nulla, non timorosa. Un brillare gratuitamente in un cielo vuoto, siderale quanto la lontananza dall’essere sé. Ho voluto riportare le cose al loro valore nominale, leggere il solo piano metaforico, quello che ricadendo fuori dall’oggetto dà accesso all’intimo di questo. Elettra è lo splendore, l’ambra gialla. È la proprietà di alcuni corpi che sfregati attirano o respingono altri corpi, è quel fluido rapido che si manifesta con scintille, che imprime al sistema nervoso una violenta vibrazione. La trasparenza di Elettra rivela l’opacità di Clitennestra, ne denuncia l’inerzia e l’impostura. Elettra è colei che si lascia attraversare, che riconosce e si autogenera, fuori di stirpe. Colei che al potere sostituisce la possibilità, come puro movimento. Elevando il lutto a luce, annulla un recinto e si fa essa stessa ultimo limite, ultima fuga in sé stessa, ultima espiazione e testimonianza. Elettra piange l’assenza del padre e del fratello, ma non attende e non accoglie, erigendosi a figura negativa della femminilità o come oltre/femminile. L’igloo, la casa impossibile di Merz, è la bolla chiusa dell’infanzia, indistruttibile come il giardino remoto di un gioco che fu. Il suo abbandono è reso necessario da un ulteriore abbandono, in una sinonimia fra crescita e scioglimento dai legami. Elettra è energia viva, dunque separata; ed il tavolo, quel frammento di suolo sollevato da terra come altare alla convivialità, si fa tomba“. Lo spettacolo andrà in replica il 13 agosto al Tempio Hera di Selinunte – Castelvetrano.
“Apollo e Dafne” invece, il cui debutto per la rete “Teatri di pietra” era atteso ancora per oggi 4 agosto a Morgantina, è stato annullato per tutte le date e sostituito con “Quando Elektra muore“.