Il Natale in Sicilia: presepe o albero? Ecco cosa scelgono i nostri lettori

Città addobbate e luci colorate, odori diffusi in modo capillare per tutte le vie, vetrine dei negozi che invitano a comprare, sensazioni che si risvegliano e libri di ricette tirati fuori dalle librerie. Ci siamo: è arrivato il Natale.

Periodo amato e odiato allo stesso tempo, dicembre, è senza dubbio il “momento” durante il quale riprendono vita le tradizioni più antiche e ne nascono anche di nuove.

Stiamo parlando di una festività che in Sicilia ha una sua storia. La regione degli agrumi, infatti, è conosciuta anche per la tradizione del presepe che, ai giorni nostri, sta andando progressivamente a perdersi in favore dell’alberello verde.

La consuetudine di preparare il presepe, risalente al XVI secolo, era diffusa in ogni ceto sociale. In epoche passate, fino a tre generazioni fa, si allestiva in ogni casa. Dinanzi ad esso, per nove sere consecutive, si recitavano e cantavano le litanìe in latino e le nenie natalizie.

Il presepe che aveva il preciso, importante, compito di riunire la famiglia e diffondere l’armonia e la gioia del Natale, era costruito con materiali semplici e tutti i familiari si prodigavano per reperire quelli idonei alla sua realizzazione. Il cotone che rappresentava la neve, la sparacogna che era il sostegno della grotta ed infine i vari frutti di stagione che venivano anche impiegati nella costruzione.

Una volta finito, il presepe era il punto di ritrovo per tutti i familiari che insieme intonavano i mottetti natalizi in onore dei suoi personaggi. Tra questi era la “susanedda” cioè la contadinella che scendeva dai monti col cesto poggiato sulla testa pieno zeppo di nocciole e castagne e il pecoraio che portava al “bambinello” caciocavallo e formaggio fresco.

Coloro che vissero quell’epoca raccontano che nei vari paesini la “matinata” della novena rappresentava un’occasione di festa. Le chiese erano stipate di folla malgrado il freddo intenso. Fuori dalla chiesa la banda e “i bummi”.

I negozi aprivano all’alba perché la vita si movimentava proprio grazie alla novena ma non c’era l’assalto a questi ultimi, stracolmi di regali. Mancava nelle gelide mattinate lo scarico velenoso delle macchine e l’albero verde in molte case non era ancora apparso.

Oggi invece si fa molta più attenzione all’acquisto dell’albero natalizio che sta sostituendo il presepe. Ne esistono per tutti i gusti. Veri, finti, bianchi (a rappresentare quelli innevati), alti o bassi. Argentati o dorati, rossi o di svariati colori, è grande la cura nella scelta degli addobbi.

È sempre più difficile trovare una casa nella quale si costruisca il vecchio simbolo del natale.

Tutto questo, forse, perché negli anni si è andato progressivamente perdendo il valore precedentemente attribuito, oltre che la dedizione e il tempo nel creare il presepe.

Vittoria Marletta

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