SICILIA – Si è concluso nel sangue il week-end appena trascorso sulle strade siciliane. Tre le famiglie colpite da un tragico destino: due morti e una donna in coma il bilancio finale.
Corse folli dei conducenti, che correvano parallele alla vita delle vittime, culminate nello stesso capolinea.
Impatti violentissimi che hanno tinto di rosso le città di Palermo, quella di Mazara Del Vallo e di Gela di un rosso sangue che purtroppo sarà difficile lavar via.
Si è trattato di una giornata da incubo per i parenti di Tania Valguarnera, la ragazza palermitana che ieri mattina è stata travolta da un pirata della strada a cui pare che più volte era stata ritirata la patente.
A questo dolore si aggiunge quello dei cari di Antonino Serra, un 64enne di Mazara del Vallo investito sul lungomare Mazzini da un quindicenne a bordo di una Fiat Punto. In più anche nel lembo orientale dell’isola, a Gela, è avvenuta un’altra tragedia.
Una donna, un’avvocatessa di 39 anni che faceva jogging, è stata colpita in pieno da uno scooter di grossa cilindrata guidato da un ventenne e al momento si trova in coma e si attendono i risvolti delle cure a cui verrà sottoposta all’ospedale di Palermo.
Ma la cattiva condotta sulle strade sembra non arrestarsi mai, infatti anche questa mattina sempre nel capoluogo di Regione, una donna di 63 anni, Maria Rosaria Volante, è stata investita da un’auto ed è ricoverata in gravissime condizioni.
Secondo le prime ricostruzioni tutti e quattro gli incidenti sembrano essere stati causati dall’inesperienza e dalla poca diligenza del conducente.
All’indomani di una giornata così buia, immediato risulta il collegamento con il terribile incidente che avvenne nel capoluogo etneo all’incrocio tra via Lago di Nicito e via Rocca Romana.
Un caso di cronaca, avvenuto il 24 gennaio 2009, che ancora oggi fa sentire la sua eco a causa del bilancio sconfortante. Quella notte Sonia Sicari, ventunenne universitaria, perse la vita mentre, insieme con altri amici, si trovava a bordo dell’auto che venne travolta da una Mercedes a bordo della quale viaggiava un coetaneo e collega universitario: Diego Pappalardo.
“Subito venne condannato a undici anni con l’accusa di omicidio volontario – dichiara il signor Sicari, il padre della giovane vittima -. In appello la pena era stata scontata a 6 anni per omicidio colposo ma, ormai un anno fa, la Cassazione ha confermato i 6 anni a cui ha aggiunto otto mesi – continua il padre -. Sarebbero potuti essere due oppure venti gli anni da trascorrere in carcere, non mi avrebbero restituito Sonia, l’unica cosa che importa a me e alla mia famiglia e che il caso di Diego venga preso come esempio perché storie come la nostra non si ripetano più”.
Secondo Sicari infatti, se si mettesse in risalto e si parlasse sempre più non solo delle tragedie ma ancor di più della estinzione del debito con la giustizia, sarebbe certamente un deterrente e una fonte di sensibilizzazione per la società.
Mentre si attende ancora che la giustizia italiana faccia un passo deciso verso l’introduzione del reato di omicidio stradale il signor Sicari afferma: “I ragazzi dovrebbero capire che se vogliono far festa non possono assumersi la responsabilità di mettersi al volante, in caso contrario sono artefici volontari del loro destino”.
Le ultime novità in materia di omicidio stradale riguardano il testo del disegno di legge che la commissione giustizia del Senato dovrebbe approvare a breve e di conseguenza saranno previste pene più severe per chi causa delle morti alla guida.
Intanto oggi si terrà il processo per direttissima a cui verrà sottoposto il cinquantenne Pietro Sclafani per l’omicidio di Tania Valguarnera, pare che l’uomo avesse assunto un’ingente quantità di sostanze stupefacenti.