AGRIGENTO – Ieri sera verso le 23, un uomo di trent’anni di nazionalità tunisina è stato ferito da diversi colpi di fucile vicino a un bar nel centro di Ravanusa (Agrigento).
La vicenda ha avuto luogo in Piazza I Maggio.
Il ferito è stato soccorso e inizialmente trasportato all’ospedale di Canicattì, ma successivamente, a causa di complicazioni, è stato trasferito all’ospedale Villa Sofia di Palermo dove attualmente si trova ricoverato in Rianimazione.
I carabinieri stanno indagando sul tentato omicidio e hanno già verificato la presenza di sistemi di videosorveglianza pubblici o privati nella zona.
Il reato di tentato omicidio è un’azione criminale in cui un individuo tenta di uccidere un’altra persona, ma non riesce a completare l’omicidio. Anche se la vittima sopravvive, il colpevole può essere accusato e perseguito per tentato omicidio.
Questo reato è punito con sanzioni severe perché rappresenta una minaccia grave per la vita e la sicurezza delle persone.
In Italia, la pena per il reato di tentato omicidio varia a seconda delle circostanze specifiche del caso. In generale, la pena prevista per il tentato omicidio è compresa tra i 5 e i 20 anni di carcere.
Tuttavia, se il tentativo di omicidio è commesso con particolare crudeltà o se la vittima è una persona vulnerabile, come un bambino o un anziano, la pena può essere aumentata.
Inoltre, se il tentato omicidio è commesso in relazione ad altri reati, come rapina o stupro, la pena può essere ulteriormente aumentata.
L’Agrigentino è “noto” alle cronache locali per l’omicidio (ultimo in ordine temporale) di Gabriele Rampello, ucciso dal padre con 14 colpi di pistola e ora condannato a 24 anni di carcere.
A sparare il poliziotto Gaetano Rampello, accusato di aver ucciso suo figlio Gabriele. L’omicidio è avvenuto in piazza Progresso a Raffadali (Agrigento) durante un appuntamento tra padre e figlio. I due avevano un rapporto complicato e durante la discussione, il poliziotto ha estratto la pistola e ha sparato 14 colpi contro il giovane, che stava girando le spalle al momento del primo colpo.
Le telecamere hanno registrato la tragedia.
Dopo aver commesso l’omicidio, il poliziotto si è seduto su una panchina ad aspettare l’arrivo dei carabinieri e una volta arrestato, ha confessato di aver agito d’impulso dopo essere stato insultato e strattonato.
Tuttavia, la Procura di Agrigento sostiene che il gesto sia stato premeditato, poiché il poliziotto avrebbe preso la pistola in caserma prima dell’appuntamento.
La sentenza sarà emessa dopo l’arringa del difensore dell’imputato, l’avvocato Daniela Posante.
Foto di repertorio
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