SICILIA – Dopo la protesta di ieri, che ha mandato in tilt il traffico nelle zone limitrofe a piazza Ottavio Ziino, lo sciopero di laboratori e ambulatori, organizzato da diverse sigle sindacali, è stato revocato. Hanno riaperto oggi le quasi 600 strutture che vi avevano aderito.
La regione, nella giornata di ieri, ha ricevuto una delegazione di sindacati per cercare un accordo in un incontro durato fino a tarda sera.
“L’assessore Gucciardi – spiega Mimmo Marasà del Citds – si è impegnato a convocare un tavolo tecnico per il 24 marzo e ci ha assicurato che il taglio del budget del 5 per cento era un mero errore di stampa”. L’assessorato si sarebbe impegnato a correggere l’errore con un apposito decreto, riportando il taglio all’1 per cento previsto”.
“Inoltre – affermano le sigle sindacali che hanno aderito allo sciopero – l’assessore avrebbe aperto alle richieste avanzate dalle strutture, in crisi dopo i tagli previsti al tariffario dal decreto Balduzzi, che ha omologato i rimborsi in tutta Italia.
Tra i motivi principali della protesta indetta nella giornata di ieri c’erano la richiesta di revoca della circolare assessoriale che obbliga le strutture accreditate esterne a presentare il Durc (Documento unico di regolarità contributiva), la sospensione delle verifiche dei requisiti di accreditamento fino a che non verranno previsti controlli anche per gli ambulatori pubblici, lo stop temporaneo all’attività esterna di qualità (Veq) e la revoca di tutte le sanzioni già elevate ad oggi del provvedimento sulla cosiddetta “appropriatezza prescrittiva”.
Gli obiettivi principali dei sindacati erano, inoltre, quello di avviare un tavolo tecnico per stabilire le modalità e di fermare il recupero delle somme (circa 200 milioni di euro) chieste indietro dalla Regione nel 2013, dopo la sentenza del Cga che ha ritenuto illegittimo il tariffario siciliano mai adeguato alle tariffe Bindi vigenti nel resto d’Italia fino all’esito finale dei contenziosi.