Sicilia maglia nera per strade e ferrovie. Pullara (Conflavoro Sicilia): “Con il Ponte 6,5 miliardi di guadagni”

AGRIGENTO – L’attività commerciale all’interno dell’Isola, ma anche l’export, sono condizionate da reti stradali, ferroviarie e portuali spesso vecchie e quindi poco funzionali. Di questo si è parlato nel corso di alcuni incontri a Roma tra alcuni esponenti di governo e quelli di Conflavoro.

A rappresentare gli imprenditori siciliani il vice presidente nazionale e presidente regionale di Conflavoro Giuseppe Pullara.

L’associazione ha analizzato i dati del “Libro Bianco” di Uniontrasporti-unioncamere. Dei 14.700 km di rete stradale siciliana, solo il 5% rientra nella categoria “autostrada” e il 27% rientra nella cosiddetta rete di “rilevanza nazionale” di gestione Anas.

Le reti ferroviarie

La rete ferroviaria è elettrificata al 58% e di 1.396 km solo il 16% procede su doppio binario. L’età media tre treni siciliani: il 55% dei treni ha 19 anni contro la media nazionale di 15,4 anni. Le reti ferroviarie di Ragusa e Trapani sono tra le peggiori performance in Italia (rispettivamente al 102° e 94° posto). Le infrastrutture stradali costituiscono la categoria più debole insieme alle ferrovie.

In Sicilia non esistono autostrade a 3 corsie oppure non esistono affatto, come ad Agrigento e Ragusa.

Qual è la città con le peggiori infrastrutture stradali

Agrigento, in particolare, ha le peggiori infrastrutture stradali considerando tutto il Sud e le Isole ed è al 99esimo posto.

Conflavoro rileva come in Sicilia siano presenti circa 140 opere infrastrutturali incompiute o il cui termine contrattuale per l’ultimazione è stato superato. Si tratta di oltre il 30% del dato complessivo nazionale e di un dispendio di risorse che supererebbe i 400 milioni di euro.

Con il Ponte sullo Stretto si stima un guadagno annuo per la Sicilia di circa 6,5 miliardi di euro e un aumento del 7,4% di pil regionale. Si stimano inoltre 15mila posti di lavoro ogni anno.

Le parole di Giuseppe Pullara

Siamo impegnati presso le Istituzioni nazionali e regionali per sollecitare l’adeguamento dell’intero sistema infrastrutturale siciliano”, afferma Giuseppe Pullara.