AGRIGENTO – I carabinieri di Cammarata hanno consegnato alla Sovrintendenza ai Beni culturali di Agrigento la fontana che era stata sequestrata nel 2015, a Santo Stefano Quisquina, nell’ambito di un’inchiesta che portò all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di un 58enne.
Si tratta di un reperto in pietra, a forma di conchiglia.
Nel 2019, il Tribunale di Sciacca ha riconosciuto la fontana come bene di interesse storico e artistico, quindi, patrimonio dello Stato. L’anno dopo, conclusione del processo penale, con sentenza della Corte d‘appello di Palermo, divenuta irrevocabile nel maggio 2022, è stata disposta la confisca.
La fontana presenta caratteristiche stilistiche e tecniche risalenti a tutto il XVIII secolo: forma a conchiglia, volute a “rocailles” con orlo rialzato e scanalature verticali regolari. Lo stile può ritenersi riferibile a quello del manufatto attualmente presente in via Roma a Santo Stefano Quisquina, anche se alcuni elementi di differenziazione inducono a pensare che l’esecuzione sia di matrice diversa.
Il manufatto rappresenta una testimonianza remota legata alle vicende Settecentesche della baronia dei Ventimiglia, che impressero un’indelebile impronta all’architettura e all’arredo urbano della città. Per via di queste caratteristiche stilistiche, l’opera si colloca, seppure con dimensioni contenute e in tono minore, nel novero delle fontane monumentali Settecentesche di cui altri interessanti esempi permangono nello stesso territorio, prima tra tutte la fontana di piazza Castello.