Alla ricerca di nuove sensazioni con “Etna caput munTi”

Oggi facciamo un gioco.

Lo chiameremo il gioco delle “sensazioni”.

Vi sarà certamente capitato di accostare a un preciso rumore, sapore, odore, colore, luogo una specifica sensazione, spesso non condivisa da chi ha vissuto la vostra stessa esperienza.

Eppure l’odore era lo stesso, persino il rumore, e magari era lo stesso anche il luogo. Ebbene? Come è possibile?

La risposta non è poi così difficile e si può riassumere in una sola parola: sensazione.

Ogni impulso sensoriale che stimola il nostro cervello crea una precisa sensazione. È come se la nostra mente elaborasse semplici informazioni comuni e le confezionasse all’interno di veri e propri stati d’animo. Il tutto in pochi istanti.

Il processo che avviene nel nostro cervello è talmente immediato, accurato e preciso da sembrare addirittura banale.

Non serve un esperto per dirvi che non è certamente così, anzi. Se c’è una cosa della quale ciascun “profano” può subito rendersi conto è che tra i vari passaggi che producono una sensazione, non si può prescindere da quello, forse, più importante: la memoria.

La memoria è la base su cui poggia il prodotto finale, l’impasto e la decorazione, l’elemento di “rifinitura”. Ecco perché lo stesso odore o lo stesso sapore suscitano centinaia, migliaia di sensazioni diverse. Ogni sensazione è memoria.

Bene, cominciamo.

Il gioco consiste nell’associare le sensazioni alle parole.

Se vi dico “Natura”, non vi viene in mente un’enorme distesa baciata dal caldo sole di maggio, uno spazio verde dove tutto è in armonia, alberi, piante, fiori e vegetazione spontanea a perdita d’occhio fino al ruscello che si scorge laggiù? Non sentite una sensazione di libertà, spensieratezza, armonia?

E se vi dicessi “Etna”? Quanti di voi non hanno pensato, anche solo per un attimo, al Mito di Vulcano, dio del fuoco e della metallurgia la cui fucina si trova proprio nelle viscere dell’Etna? Maestosità, imponenza, forza vi sembrano appropriati? E che dire delle sensazioni? Paura, timore, piccolezza o ammirazione, rispetto, riverenza?

Che mi dite di “Tradizione”? Non vi vengono subito in mente gli odori d’un tempo, delle abitazioni di una volta, del pane appena sfornato, della legna che arde dentro al caminetto, di una zuppa il cui vapore appanna i vetri della cucina? Non vi dà la sensazione di essere tornati bambini, il desiderio di aspettare trepidanti il giorno di Natale per poter uscire a giocare? E che dire del sudore sulla fronte di un vecchio artigiano, contadino, allevatore? Non suscita malinconia, rimpianto?

“Orgoglio”. Mi fa venire in mente il busto impettito d’un condottiero a cavallo. La fierezza, il coraggio, la tenacia di una Tigre nel suo habitat. Mi fa pensare al progresso, alla voglia di cambiare, di affrontare nuove sfide, di superare nuovi traguardi, alla caparbietà di chi “sa il fatto suo”, di chi non si piega alle logiche moderne che uccidono la memoria. Mi fa pensare ad un uomo che non pensa solo a se stesso, che prepara la strada ai figli e che meticolosamente e con amore, fa di tutto per offrir loro il futuro che meritano.

Che mi dite di “Bellezza”? Qui vi potete sbizzarrire. Io penso al viso di un bambino che prende sonno, al suono delicato del suo respiro, al pianto affamato del suo risveglio. Bellezza è armonia musicale, produzione artistica, tecnologia. È un bene da preservare, un prodotto da valorizzare, un ideale da difendere. Bellezza è genuinità, benessere, rispetto per natura, amore per la propria terra, per le proprie radici.

Il nostro gioco si è concluso. È arrivato il momento di decretare il vincitore.

Se vi siete immedesimati, siete entrati nel vivo del gioco e avete dato sfogo alla vostra immaginazione potete senz’altro ritenervi tutti vincitori.

Bella “sensazione”, vero?

In sole 5 parole abbiamo racchiuso i valori che hanno dato vita a “Etna caput munTi”, di Maurizio Buscema Sciarrone.

Avete letto bene. Non c’è alcun errore di battitura, la “T” è fortemente voluta ed il messaggio è chiaro: “Etna, munTagna di tutte le montagne”.

“Etna caput munTi” contribuisce alla causa del “vivere la campagna”, del riappropriarsene, del gustarla fino in fondo e di farla propria.

Attraverso evocativi, stimolanti ed affascinanti itinerari turistici si intraprende “un seducente viaggio sensoriale nel terroir di Sicilia”.

La matrice comune che avranno tutti i percorsi sarà la Cultura, e cioè l’Arte, la Storia, il Mito, le tradizioni popolari eno-elaiogastronomiche di Sicilia, ma anche i suoi straordinari paesaggi, le sue incomparabili bellezze naturali.

“Etna caput munTi” fa parte della rete “Gusto di campagna”, l’associazione culturale che coinvolge l’intero territorio siciliano in un sistema organizzato e integrato e promuove, attraverso le attività associative, un programma di sviluppo rurale finalizzato alla creazione di un sistema territoriale competitivo.

“Gusto di campagna”, inoltre, promuovere la sostenibilità ambientale, sociale ed economica dell’agricoltura siciliana, contribuendo alla valorizzazione del territorio rurale siciliano.