RIBERA – Nel pomeriggio di ieri, a Ribera i carabinieri della locale Tenenza hanno arrestato il 34enne riberese Attilio Manisi, in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Sciacca, su richiesta della Procura della Repubblica del medesimo centro. L’accusa per l’arrestato è molto pesante: sarebbe lui lo spacciatore del metadone che ha causato l’overdose del 21enne riberese Alessio Cusumano.
A tale ricostruzione gli inquirenti sono giunti grazie al buon esito delle indagini avviate subito dopo aver appreso della morte del ragazzo. Infatti, i militari già nelle primissime fasi avevano individuato in Manisi lo spacciatore e poi, d’intesa con il pubblico ministero della Procura della Repubblica di Sciacca, ne avevano perquisito l’abitazione avendo conferma di essere sulla strada buona. Infatti, nel domicilio del giovane sono stati trovati eroina, metadone e un bilancino di precisione, evidentemente usato per confezionare le dosi.
Ciò che ha consentito, però, agli inquirenti di avere definitiva certezza di essere davanti allo spacciatore che aveva ceduto lo stupefacente al ragazzo poi deceduto per overdose, è stato l’esame del cellulare di Manisi. Dal suo telefono, infatti, era possibile estrapolare uno scambio di conversazioni il cui contenuto inequivocabile faceva comprendere come, almeno sin da giugno di quest’anno e fino al tragico epilogo del 9 novembre, avesse tra i suoi clienti Cusumano, a cui spacciava vari tipi di droga.
Ora per lui, rinchiuso nel carcere di Sciacca, si attende l’interrogatorio di garanzia del giudice, sperando che così non solo si possa fare completa luce sulla morte di Alessio Cusumano ma si possa anche capire se questo evento tragico abbia in qualche modo relazione con il decesso dell’altro ragazzo morto per overdose sempre a Ribera in questo triste inizio di novembre.
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