Poliziotto penitenziario accusato di violenza sessuale, assolto perché “il fatto non sussiste”

Poliziotto penitenziario accusato di violenza sessuale, assolto perché “il fatto non sussiste”

AGRIGENTO – Un poliziotto penitenziario agrigentino di 27 anni è stato assolto dalle accuse di violenza sessuale e sequestro di persona. Il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, ha dichiarato che “il fatto non sussiste” e ha scagionato l’uomo, che era stato sospeso dal servizio da due anni a causa di queste accuse.

Poliziotto penitenziario accusato di violenza sessuale: i fatti

La vicenda risale al 5 luglio 2021, quando il poliziotto, insieme a un amico, ha incontrato due sorelle a San Leone. Successivamente, secondo la ricostruzione dell’episodio, hanno deciso di proseguire la serata a Porto Empedocle, a casa di una delle sorelle.

Si afferma che le due coppie si siano separate e, nei giorni successivi, una delle sorelle ha denunciato di essere stata violentata in due occasioni.

La prima volta, dopo essere stata immobilizzata, sarebbe stata costretta a subire un rapporto sessuale completo. Successivamente, la donna, che all’epoca era ancora minorenne, sarebbe stata chiusa a chiave nella cucina e violentata nuovamente nella stessa serata.

La ragazza ha presentato subito denuncia e la Procura, oltre a raccogliere la sua testimonianza e la documentazione medica, ha disposto intercettazioni e videoriprese. Nel frattempo, l’agente penitenziario, che ha sempre respinto le accuse sostenendo che si era trattato di sesso consensuale, è stato sospeso dal servizio.

Assoluzione del poliziotto penitenziario, il “fatto non sussiste”

Il pubblico ministero Gianluca Caputo, dopo aver richiesto il rinvio a giudizio, ha chiesto l’assoluzione dell’imputato nel processo celebrato con rito abbreviato, sostenendo che non vi erano prove sufficienti della sua colpevolezza.

L’avvocato Salvatore Butera, difensore della presunta vittima, ha replicato sostenendo che il poliziotto doveva essere condannato.

Il difensore del giovane agente penitenziario, l’avvocato Salvatore Pennica, ha ribadito che tra l’imputato e la ragazza che lo accusava c’era stato solo sesso consensuale e che l’uomo non aveva commesso alcun reato.