Pescatori che salvano anime: L’Uomo Vogue celebra equipaggio siciliano in copertina

Pescatori che salvano anime: L’Uomo Vogue celebra equipaggio siciliano in copertina

SCIACCA – Lo scorso 26 luglio hanno salvato 50 migranti che rischiavano di annegare al largo delle coste siciliane a causa dell’affondamento del gommone a bordo del quale si trovavano. Dal 23 ottobre i loro volti capeggiano su una delle 4 copertine del nuovo numero del mensile L’Uomo Vogue.

Protagonisti inaspettati (e stupiti) di questa storia sono gli uomini dell’equipaggio del peschereccio Accursio Giarratano.

Guidati dal capitano Carlo Giarratano, i pescatori di Sciacca (in provincia di Agrigento), in quel caldo giorno estivo, hanno deciso di mettere da parte il loro lavoro e i propri interessi economici, per salvare vite umane. Un impegno attivo e in prima persona per aiutare migranti in pericolo di vita.

È un omaggio sentito a uomini coraggiosi, liberi e coscienti delle proprie azioni quello che ha voluto rendere la rivista guidata dal direttore Emanuele Farneti. Che, nel suo editoriale, ha spiegato: “Questi marinai non hanno fatto una scelta di vita radicale e di rottura: semplicemente si sono trovati un giorno nella condizione di prendere una decisione, e quel giorno hanno scelto di tirare su le reti, cambiare rotta e salvare vite umane, pagandone un prezzo di tasca propria – il mancato guadagno della giornata, a volte la propria sicurezza, o persino la libertà personale“.

A scattare i ritratti dei “pescatori che salvano anime“, come li ha definiti L’Uomo Vogue, è stata un’altra siciliana, la gelese di nascita, ma palermitana d’adozione, Roselena Ramistella, classe 1982, già vincitrice del Sony World Photography Award.

Uomini che sanno ancora essere umani, anche quando sanno di dover agire senza il supporto e, a volte persino contro, la volontà delle istituzioni nazionali e internazionali, in nome dell’umanità e del rispetto della vita. Tenendo conto dei rischi ma restando liberi nella loro volontà e sicuri nonostante i sacrifici. Perché, come sottolinea Farneti, “è sempre quello cui rinunciamo che dà peso alle nostre scelte“.