Ospedale di Ribera a rischio chiusura (come altri sette)

Ospedale di Ribera a rischio chiusura (come altri sette)

RIBERA – È uno strano destino quello che si profila all’orizzonte per il “Fratelli Parlapiano” di Ribera. Ospedale da potenziare fino a poche settimane fa, che oggi rischia, invece, la chiusura. La nuova rete ospedaliera approvata dal governo Crocetta a fine ottobre, infatti, prevede nuovi investimenti sul nosocomio crispino, nell’ottica della costituzione degli ospedali riuniti di Sciacca e Ribera.

Oggi è arrivata però la doccia gelata. Nella nuova bozza di rimodulazione della rete sanitaria regionale, il “Fratelli Parlapiano” è stato incluso nella lista degli ospedali siciliani che dovrebbero scomparire a partire dal primo gennaio 2017. Stessa sorte toccherà a Mazzarino, Giarre, Leonforte, Barcellona Pozzo di Gotto, Scicli, Noto e Salemi che vedranno i propri presidi sanitari trasformarsi in “ospedali di comunità”. Sostanzialmente, strutture destinate a tutti i malati che non presentano l’esigenza di un ricovero.

Scelta evidentemente inevitabile, secondo l’assessore alla Salute Lucia Borsellino, in virtù dell’ulteriore riduzione di 250 posti letto chiesta dal governo nazionale all’esecutivo regionale.

Il nuovo piano sanitario è approdato proprio oggi in commissione sanità all’Ars, dove è già in atto un duro scontro con i deputati che fanno riferimento ai territori interessati dai tagli.

Tra coloro che hanno annunciato battaglia, il deputato regionale Salvatore Cascio. «L’assessore Lucia Borsellino ha disatteso gli impegni assunti a Ribera», ha dichiarato Cascio, che vede nel nuovo piano sanitario una doppia beffa: «Gli ospedali riuniti – spiega Cascio – avrebbero la breve vita di due anni. Da un lato si illudono i cittadini ai quali si ‘concedono’ unità operative complesse e servizi prima inesistenti, per poi chiuderli dopo appena due anni. Dall’altro lato – conclude – si crea un danno all’erario perché si fanno investimenti nella consapevolezza che quanto realizzato sarà dismesso due anni dopo».

Santi Sabella