Obama: “La morte di Lo Porto responsabilità nostra”. La madre: “Lasciatemi nel mio dolore”

ROMA – “Giovanni era un caro amico, non meritava questo destino beffardo”, a dirlo è Filippo, un caro amico del cooperante palermitano rapito in Pakistan.

Di Giovanni Lo Porto non si avevano più notizie dal 2012. Il 39enne palermitano era stato preso in ostaggio da Al Qaida, nella provincia pachistana di Khyber Pakhtunkhwa, al confine tra il Pakistan e l’Afghanistan.

L’uomo, si trovava nella regione per la ong Welt Hunger Hilfe (Aiuto alla fame nel mondo) e si occupava della costruzione di alloggi di emergenza nel sud del Punjab, quando quattro uomini armati lo sequestrarono.

Si erano prospettate le ipotesi più tremende per il 39enne palermitano, ma mai, prima delle parole di oggi di Barack Obama, che risuonano alla comunità internazionale come una confessione, si sarebbe pensato che fosse rimasto ucciso durante un raid americano contro l’associazione terroristica islamica, nel quale morì anche l’ostaggio americano Warren Weinstein.

Mi assumo tutta la responsabilità – afferma Obama – di queste operazioni anti-terrorismo. Chiediamo scusa alla famiglia Lo Porto e Weinstein“. 

Secca e dura la risposta della famiglia del 39enne palermitano: “Obama ha chiesto scusa? Grazie. Fiori non ne vogliamo, le ultime notizie su mio fratello le abbiamo avute stamattina dalla Farnesina che ha lavorato benissimo“.

Ed è proprio dalle più alte sfere del governo italiano che arriva il sostegno ai familiari di Lo Porto: “Il ragazzo – afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – si trovava in una terra lontana in missione di solidarietà. È stato un portatore dei nostri valori di pace e di dialogo internazionale. Partecipo al grande lutto della famiglia e sono vicino al mondo della cooperazione internazionale che, per l’aggravarsi delle situazioni di crisi, è sempre più esposto a insidie e rischi gravissimi“.

A Mattarella fa eco il primo ministro, Mattero Renzi che ha voluto esprimere profondo dolore per la morte di un italiano, che ha dedicato la sua vita al servizio degli altri: “L’Italia porge le più sentite condoglianze alla famiglia di Giovanni Lo Porto“.

Anche il ministro degli esteri, Paolo Gentiloni, ha voluto esprimere la propria vicinanza alla famiglia, ribadendo però come la responsabilità della morte del 39enne, sia in egual modo da dividere tra gli alleati e i terroristi.

Giovanni Lo Porto è morto per un tragico e fatale errore dei nostri alleati americani riconosciuto dal Presidente Obama, ma la responsabilità della sua morte e della morte di Warren Weinstein è integralmente dei terroristi contro i quali confermiamo l’impegno dell’Italia con i nostri alleati“.

Le autorità americane, dovranno ora pagare un risarcimento ad entrambe le famiglie dei due ostaggi di Al Qaida uccisi nel raid Usa.

Giuseppe Correnti

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